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Benevento – Non avrà certo arruolato lo sciamano peruviano (a proposito, a conti fatti un disastro) ma non ci sarebbe da meravigliarsi se Cesare Prandelli qualche scongiuro volesse farlo. Alla sua prima panchina della nuova esperienza a Firenze si troverà davanti Christian Maggio, un autentico spauracchio nel corso del suo primo quinquennio viola.

Tra il 2007 e il 2010 l’attuale capitano del Benevento – tra l’altro grande ex del confronto – fu capace di fargli gol ben tre volte decidendo addirittura due scontri diretti. Nella stagione 2007/2008 aprì le marcature di Fiorentina-Sampdoria (2-2) con un destro da posizione defilata, l’anno successivo riuscì a ripetersi al San Paolo segnando di testa il gol vittoria di Napoli-Fiorentina (2-1) su assist di Vitale. E ancora, dulcis in fundo, nel campionato 2009/2010 – l’ultimo di Prandelli in sella ai gigliati – regalò l’amarezza della sconfitta a due minuti dal termine nella sfida del Franchi, raccogliendo l’assist di Denis beffando Frey con un’astuta deviazione sotto porta. 

E pensare che Inzaghi avrebbe avuto un’altra freccia prestigiosa nella sua faretra se non fosse stato per le decisioni del giudice sportivo. Gianluca Caprari alla Fiorentina ha segnato ben quattro volte, ma non potrà esserci a causa dell’ingenuità commessa nel corso della gara con il Verona, quando si fece espellere per proteste rimediando due giornate di squalifica. Una l’ha scontata con lo Spezia, l’altra la sconterà domenica. 

Restando in tema di gol, singolare notare quanto il mercato abbia mutato la fisionomia della Fiorentina nel giro di tre anni. Tutti i giocatori che fecero centro contro la Strega (Benassi, Babacar, Thereau e Vitor Hugo) hanno cambiato casacca. Per non parlare della statistica-tabù che riguarda i giallorossi: quella toscana è infatti una delle tre formazioni incontrate almeno due volte in serie A con cui il Benevento non è mai andato a segno. Le altre sono il Torino e l’Atalanta. Toccherà fare gli straordinari o pescare risorse benedette dalla tradizione e dai numeri. Chissà che non possano tornare utili.