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Benevento ha fatto la prima mossa ma quella per le candidature resta una partita a scacchi tutta da giocare.

E dunque: Carmine Valentino per l’uninominale di Benevento, Umberto Del Basso De Caro capolista nel listino del proporzionale. Queste le due indicazioni espresse dall’assemblea provinciale del Partito Democratico in vista delle prossime politiche.

E’ dalle parti di Roma, però, e per essere precisi nel centralissimo Largo del Nazareno, che si trova la scacchiera utile a definire ruoli e posizioni degli aspiranti parlamentari. In quest’ottica, la prima data da cerchiare in rosso sul calendario è quella dell’8 gennaio, giorno in cui Matteo Renzi incontrerà i segretari regionali per raccogliere i suggerimenti dei territori.

Considerazioni che nulla tolgono al valore del deliberato assunto ieri dai democrat sanniti. Ma Benevento è sovrana in casa propria e se per Valentino la strada appare già segnata – rappresentare il Pd nel corpo a corpo con gli alfieri avversari nel collegio che parla esclusivamente beneventano -, il destino di De Caro si deciderà nella città capitolina.

Intendiamoci: la ricandidatura del sottosegretario non è in discussione ma nel definire le liste il Pd nazionale dovrà garantire adeguata rappresentanza a componenti e territori ed è in questo quadro che le aspirazioni dell’esponente politico sannita troveranno la giusta collocazione.

Due i segnali lanciati ieri dall’assemblea dei democratici. Il primo: nessuna pronuncia sulla destinazione, Camera o Senato nulla cambia, in linea con le dichiarazioni espresse da De Caro nella conferenza stampa di fine anno. Il secondo: la federazione sannita del Pd non ha formulato alcuna proposta di candidatura per l’uninominale di palazzo Madama, quello che accorpa Benevento e Santa Maria Capua Vetere.

Eppure parliamo di un collegio che non presenta evidenti sproporzioni in termini di numero di elettori tra i due territori. La scelta di lasciare campo libero al Pd casertano, insomma, potrebbe essere letta proprio come il tentativo di rafforzare De Caro nella corsa alle posizioni di testa nel listino (quelle eleggibili).

Numeri alla mano, infatti, il capolista nel listino proporzionale (le intere province di Caserta, Avellino e Benevento) per il Senato spetterebbe proprio a Caserta, provincia che esprime oltre il 55% del corpo elettorale (la restante parte la dividono Irpinia 26% e Sannio 17%). Soltanto le ragioni politiche, come la rappresentanza che Renzi deve riconoscere alla componente Martina e il lavoro svolto dal sottosegretario De Caro, potrebbero rovesciare l’elemento territoriale. Esito possibile, evidentemente, che ci sconsiglia però di scartare del tutto l’ipotesi della candidatura al proporzionale della Camera, dove resterebbe in gioco solo Avellino e dove già stanno sgomitando Luigi Famiglietti e Valentina Paris. Senza dimenticare il principio dell’alternanza di genere nella compilazione del listino. Altro elemento di cui dovremo tener conto.

Un puzzle complicatissimo, volendo abbandonare la logica degli scacchi. E ventisei giorni per risolverlo. Il timer è appena scattato.