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Benevento – “Prima o poi doveva succedere“. “La classifica ci vede ancora al comando“. “Meglio perdere una partita quattro a zero che perderne quattro uno a zero“. Di luoghi comuni se ne potrebbero trovare a bizzeffe dopo la debacle dell’Adriatico, ma i quattro schiaffi rimediati contro il Pescara inducono a ragionamenti un po’ più profondi. In terra abruzzese molti dubbi si sono sollevati intorno al Benevento. Il tonfo non cancella di certo quanto fatto nelle otto uscite precedenti ma permette di affrontare riflessioni che potrebbero rivelarsi proficue e costruttive per il prosieguo della stagione.

Mercoledì si tornerà subito in campo e questa è la prima buona notizia. Il campo resta la medicina migliore e allora saranno gli ex Baroni e Ceravolo a misurare la tempra della Strega dopo la prima caduta. Inzaghi riavrà a disposizione Tello, Antei e Kragl: seconda buona novella per l’allenatore piacentino. Contro il Pescara il tecnico giallorosso aveva infatti poco “materiale” in panchina per provare a cambiare una partita che gli stava scivolando dalle mani. Ci ha provato variando il modulo, riproponendo Schiattarella, affidandosi ad Armenteros e regalando il debutto stagionale a Vokic. Non è bastato, il Pescara trascinato da uno strepitoso Machin ha continuato a imperversare su una squadra che in novanta minuti ha subito più reti di quante ne aveva incassate nei precedenti settecentoventi.

A stonare è stata l’intera orchestra giallorossa. Trovare un unico capro espiatorio sarebbe illogico, ma ci sono giocatori dai quali attendersi quel qualcosa in più appare doveroso. Insigne, ad esempio, non si è mai acceso, anzi nel primo tempo da un suo errore è nata la pericolosa ripartenza vanificata da Masciangelo. Stesso dicasi di Improta o di un Sau al rientro dopo i problemi fisici che lo avevano frenato nelle ultime settimane.

Un discorso a parte lo merita, però, Coda. Il bomber di Cava de’Terreni ha avuto un paio di buone occasioni, quando Bettella non ha estratto un miracolo dal cilindro (salvataggio sulla linea a Kastrati battuto) le responsabilità sono ricadute sulle spalle del giallorosso. Parlare di “problema” sarà forse prematuro ma i numeri non mentono. Mercoledì saranno quasi due mesi di astinenza per Coda, a segno l’ultima volta il 31 agosto scorso contro il Cittadella. Tanto, troppo tempo per un giocatore reduce da ventuno centri nell’ultimo torneo di B e sui cui gol la Strega aveva scommesso, tanto da non prevederne in rosa un vero e proprio alter-ego. La situazione legata a un contratto in scadenza regge fino a un certo punto perché un attaccante vive per i gol e quelli pesano in tutti i sensi.