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Benevento – In quel destro ci sono una decina di anni di carriera. Buonaiuto lo ha cercato, voluto con tutte le sue forze. E alla fine se lo è preso, indirizzandolo all’incrocio per una dedica speciale. Otto anni fa era uno dei fiori più splendenti del vivaio giallorosso e osservava con interesse i compagni più grandi. Nel ritiro sulla Sila, a pochi – ma tortuosi – chilometri proprio da Crotone, si muoveva leggiadro sul rettangolo verde seguendo i dettami del ‘prof’ Gianni Simonelli. Era un altro Benevento, un altro ritiro e pure altri tempi. L’ossessione di vincere il campionato ora non c’è più, sostituita dall’ambizione di tornare nel paradiso del calcio italiano. 

Porre l’accento su un singolo nel ‘day after’ di Benevento-Crotone, dopo una prestazione così convincente, potrebbe non sembrare la cosa più giusta, ma nel caso del ragazzo di Terracina è sicuramente la più efficace. Perché nella partita di Buonaiuto c’è in realtà la rinascita (almeno apparente) di un collettivo che fino a questo punto della stagione era mancato proprio negli ultimi venti metri, terreno di caccia dell’ex Perugia. Le sue giocate, la sua pressione alta sui portatori di palla avversari e i successivi rifornimenti alle punte sono state una delle chiavi del successo insieme all’ottima fase di interdizione di un indomito Del Pinto e di un Tello a cui ultimamente sta mancando la giocata costruttiva. E’ in questo contesto che si è mosso Buonaiuto, favorito dalla mobilità di Insigne e da un Coda predisposto al sacrificio seppur orfano del killer instinct. 

Una squadra quadrata, coraggiosa e lucida. Babbo Natale ha recapitato sotto l’albero dei tifosi giallorossi un regalo tanto speciale quanto gradito. E forse pure inatteso, considerando l’emergenza a centrocampo e le recenti prestazioni poco brillanti contro il Verona e nel pantano di Cosenza. Accanto ai tre punti anche la buona vena di un Antei che sembra essersi messo alle spalle i problemi fisici amministrando con esperienza la retroguardia a tre completata da un sempre affidabile Volta e da un Di Chiara avvezzo alla giocata elegante. Una menzione speciale la merita infine Letizia, instancabile sulla corsia di destra e preciso nelle assistenze. Dei due esterni è stato proprio lui il più offensivo, con Improta impegnato principalmente in duelli fisici all’altezza del centrocampo. Ma del resto con un Letizia dallo scatto così bruciante è impossibile pensare a soluzioni differenti. 

Bravi tutti, dunque, ma non è ancora tempo di accantonare le perplessità che avevano accompagnato la vigilia. Il 27 la Strega sarà a Padova per un altro importante impegno da far coincidere con la parola ‘continuità’. E’ ciò che è mancato a Bucchi finora per consentirgli di vivere in maniera del tutto serena la sua esperienza sannita. Aver trovato un’alternativa a un gioco troppo spesso prevedibile e schiavo degli esterni può essere un punto di partenza importante. Il Benevento non dipende più solo dalle corsie laterali ma ha finalmente le carte in regola per far male tra le linee, in una zona di campo sfruttata a dovere  – non a caso – dalle prime quattro in classifica (Palermo, Lecce, Brescia e Cittadella con Trajkovski, Mancosu, Spalek e Schenetti). E chissà che il vero regalo di Natale non sia proprio questo. Intanto auguri.