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Benevento – Dalla sconfitta in coppa Italia con il Monza alla cavalcata trionfale. Luca Caldirola ha ripercorso ai microfoni di gianlucadimarzio.com la stagione dei giallorossi e la sua carriera. Di seguito le sue dichiarazioni: 

Passaggio al Werder – “Perdemmo la finale dell’Euro Under 21 contro la Spagna, il mio agente mi disse che avrebbe dovuto parlarmi al rientro dall’Israele. Appena atterrai ci fermammo in un hotel lì vicino e mi presentò l’offerta del Werder Brema. Mi brillarono gli occhi, non mi aspettavo un salto così grande. Passare dalla B con il Brescia alla Bundesliga fu bellissimo”. 

Peggior avversario – “Il più forte che ho marcato è stato Lewandowski del Bayern Monaco, ma c’è una partita in cui avrei voluto uscire dal campo. Giocammo a Monaco contro il Bayern, feci il terzino sinistro e mi trovai di fronte Robben. E’ stata un’agonia, non vedevo l’ora che finisse”. 

Serie A – “Una squadra come la nostra che fa un campionato simile non può essere privata della promozione in serie A. Sicuramente quando la situazione si potrà considerare sicura dovremo tornare in campo. Sarebbe importante evitare di annullare una stagione come questa, ma per l’intero movimento”. 

Bologna – “Per un paio di anni ci sono stati dei contatti, soprattutto quando ero in scadenza con il Werder, ma poi non se ne è fatto più niente perché decisi di rinnovare”. 

Sogno inglese – “Ero il capitano dell’Inter, nei Giovanissimi. Avendo la possibilità di giocare in Nazionale avevo tanti estimatori dall’Inghilterra. A seguirmi c’era il Tottenham, la squadra che tifavo. I miei genitori dissero di no, ma ragionando con l’Inter mi fecero anche il primo contratto professionistico e quindi fui felice di restare”. 

Rimpianto – “Forse l’unico che ho è essere uscito dalla Primavera dell’Inter nel momento sbagliato, quando la squadra vinceva tutto. Ma non si tratta di veri e propri rimpianti, è solo un momento storico preciso”. 

Darmstadt – “Quell’esperienza mi ha ricordato la Longobarda di Oronzo Canà. Scelsi di lasciare il Werder ma di restarein Germania. Quando ero in vacanza mi chiamò Schuster, all’epoca allenatore del Darmstadt. Andai un anno in prestito lì, vidi la prima amichevole in cui perdemmo 5-2 contro una squadra di C e mi chiesi dove fossi. Poi facemmo dei risultati incredibili, fermando anche le big, e si trasformò in un anno bellissimo”. 

Benevento –  “La considero la mia rinascita, una boccata d’ossigeno dopo un periodo brutto. Il club mi ha dato l’opportunità di rimettermi in gioco, ho firmato al buio. Quando sono arrivato a Benevento non sapevo nè cifre nè durata del contratto. Ero solo felice di essere qui, ho firmato 6 mesi e poi abbiamo prolungato”. 

Foggia – “Mi ha dato una grandissima fiducia in un momento in cui il calcio si era dimenticato di me. Lui invece si ricordava chi fosse Caldirola, lo ringrazierò sempre. Ho pensato di smettere, ero veramente stanco nel momento in cui venivo da un infortunio e venni messo fuori rosa. Passarono due mesi dal rinnovo del contratto ma mi misero a giocare con le giovanili. Poi le cose sono migliorate e sono felice di essere venuto qui a Benevento”. 

Pisa – “E’ la squadra che ci ha messo più in difficoltà sia all’andata che a Benevento, abbiamo faticato a imporre il nostro gioco come ci è capitato raramente”. 

Qualità – “Sono venuto a Benevento per impormi, era la mia aspirazione diventare importante. Feci la prima partita a Salerno giocando bene, poi è stato un crescendo”.

Social – “Ho pensato di abbandonarli perché ero stanco della finzione che gira sui social. C’è poca vita privata sui miei canali infatti, li uso con moderazione”.

Differenze – “La Bundesliga è più fisica, in Italia regna la tattica. In Germania non abbiamo mai fatto tattica, ma solo allenamenti uno contro uno a differenza di quanto si faccia qui”.

Rendimento – “Dopo i play off persi contro il Cittadella ci guardammo negli occhi e ci dicemmo che avremmo dovuto spaccare tutto. Poi perdemmo col Monza ed ebbi paura di piombare nuovamente in quell’incubo. Poi è andato tutto alla grande perché è venuta fuori la forza di questo gruppo”. 

Inzaghi – “Quando arrivò a Benevento aveva provato a chiamarmi, non ero raggiungibile in quanto ero in vacanza negli Stati Uniti, quindi mi mandò un messaggio. Non sapevo ancora fosse il nuovo allenatore del Benevento. E’ stata una conversazione piacevole la nostra prima telefonata. Lui ha influito tanto sulla stagione del Benevento. Ci ha dato quella mentalità vincente, quel non volersi mai accontentare, che ci ha dato una spinta fondamentale. Attaccava i record nello spogliatoio, ci ha motivato facendoci tirare fuori il meglio”. 

Top in B – “Noi siamo stati costanti, ma a turno sono state diverse le squadre che hanno dimostrato di avere bei valori. Il Pisa ma anche il Pordenone. Ultimamente lo Spezia stava facendo molto bene”. 

Vigorito – “Non è un presidente ma un padre di famiglia. Quando mi vede mi abbraccia, per me è unico. Mi ricorda Moratti, che anche era un presidente eccezionale. Ha una passione infinita per la squadra, per la città, per i tifosi. In trasferta è sempre presente, quando ci parla si emoziona. E’ bello avere un presidente così”. 

Retroscena di mercato – “In Italia ho sempre avuto pochi estimatori, ho ricevuto sempre più richieste dall’estero perché probabilmente dall’Italia hanno una considerazione bassa dei campionati esteri. Un retroscena riguarda un possibile passaggio al Siena, ma saltò all’ultimo minuto di mercato a causa di un mancato scambio”. 

Viola – “E’ un giocatore da serie A, si è guadagnato questa promozione e non mi spiego come non possa averci giocato con frequenza negli anni scorsi”. 

Fioretto – “L’unica cosa che sogno è festeggiare con i nostri tifosi. Non so se sarà possibile visti i tempi che corrono, ma il calcio è festa e quindi è un sogno che spero si possa realizzare”.

Lockdown – “Benevento sta rispondendo benissimo e ne sono felice. Però vedo altre situazioni ed altri luoghi in cui non c’è rispetto per le persone che stanno lavorando per noi negli ospedali facendo grandi sacrifici”.