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Mai come in questi giorni la Cina incute timore. E al dramma del virus divampato da un mercato di Whuan si accompagna ovviamente la paura del contagio per l’infezione. Fobia nella stragrande maggioranza dei casi infondata, almeno in quei paesi decisamente distanti dal “Regno di mezzo”.

Ma è un dato che non deve sorprendere: dinanzi a queste situazioni, il pericolo psicosi è sempre in agguato. E anche nel Sannio si registrano i primi episodi. Emblematico, in tal senso, quel che sta accadendo a Calvi. Qui a preoccupare tanti genitori è la presenza di tre bimbi, figli di un uomo che da poco ha fatto rientro da Pechino (città non classificata tra quelle a rischio). L’uomo, che non è di nazionalità cinese, è residente nella vicina San Nazzaro e si trovava nel paese asiatico esclusivamente per ragioni di lavoro. Già nella capitale asiatica utilizzava la mascherina ed era comunque a contatto esclusivamente con italiani.

Del Coronavirus non presenta alcun sintomo e inoltre è stato già controllato durante il viaggio aereo di ritorno, a Pechino e a Istanbul. Razionalmente, dunque, non esistono motivi di apprensione, tanto più che a monitorare la situazione c’è pure l’Asl di Benevento. Con l’azienda sanitaria locale, e in particolare con i responsabili del dipartimento di Epidemiologia, sono in contatto pure le due amministrazioni di Calvi e San Nazzaro – alle quali non è stata richiesta nessuna misura prudenziale – ed evidentemente la dirigenza dell’istituto comprensivo “G.Siani” di Sant’Angelo a Cupolo (di cui fa parte la scuola elementare di Calvi) che già nella giornata di ieri ha fornito alla comunità scolastica le opportune rassicurazioni.

Eppure, questa mattina, moltissimi alunni sono rimasti a casa. Tanti banchi vuoti, in particolare, nelle classi frequentate dai figli dell’uomo ritornato dalla Cina. Una precauzione eccessiva che sarà nelle prossime ore oggetto di confronto tra la dirigenza della scuola e i rappresentanti dei genitori.