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Benevento – Dieci giorni sono troppo pochi per cambiare il volto di una squadra, per sradicare paure instillate nel profondo dell’animo. La scossa tanto attesa non c’è stata, la cura Cannavaro non ha ancora prodotto i frutti sperati. Contro l’Ascoli, il Benevento ha mostrato i soliti atavici problemi che si trascina dietro ormai da tempo. Si tratta principalmente di problemi di testa, mentali e quelli sono i grattacapi peggiori da dover risolvere per un allenatore. Non basta una mossa tattica per cancellarli e metterli da parte, bisogna scavare nel profondo.

Non ha la bacchetta magica Cannavaro, si sapeva e lo ha rimarcato lo stesso allenatore prima e dopo la gara con i bianconeri. La speranza, semmai, era legata alla presenza in panchina di un campione del mondo e pallone d’oro che potesse fungere da scossa per un gruppo valido dal punto di vista tecnico, ma fragile sotto l’aspetto mentale.

Un primo tempo da cancellare contro l’Ascoli, quando sul rettangolo del gioco si è vista una squadra senza riferimenti e con qualche uomo fuori posizione. Non hanno pagato le scelte di Cannavaro di affidarsi alla coppia KaricAcampora in mezzo al campo e un Improtarepresso” nell’insolita posizione di trequartista, schierato nei due giocatori in supporto alla punta. Più che l’aspetto tattico, però, a destare maggiori preoccupazioni è stato l’atteggiamento. Colpito alla prima vera occasione, il Benevento non ha dato segnali di reazione, chiudendo i primi 45′ senza mai concludere verso la porta di Guarna e con la fortuna di rimanere in partita evitando di subire il raddoppio. Una Dea Bendata all’apparenza benevola, pronta a elargire il conto sotto forma di infortuni. I problemi di Veseli e Glik hanno costretto Cannavaro a scelte forzate e potrebbero condizionare i prossimi impegni, accelerando il processo del passaggio a una difesa a quattro.

Ha sfruttato l’intervallo il tecnico partenopeo per dare una scossa ai suoi, presentando subito tre novità nella ripresa. Schiattarella ha rappresentato quel punto di riferimento mancato nell’arco della prima frazione, Improta è tornato in una posizione più congeniale sulla fascia e Simy ha almeno portato apprensione alla retroguardia di Bucchi, cosa che non era riuscita a un Forte condizionato (come appreso nel post partita) da un infortunio. Tra i calciatori gettati nella mischia per provare a riprendere il risultato anche Farias, in grado di salvare Strega e prestazione con il gol ma ancora lontano dalla forma migliore.

Quella che deve ritrovare Ciano, una delle note più liete. Il ragazzo di Marcianise ha nel repertorio colpi e giocate importanti, a non assisterlo è ancora una condizione precaria. L’ora di gioco prevista si è trasformata in una partita intera causa cambi forzati, un surplus inatteso e pagato nella mezz’ora finale con l’ex Frosinone chiaramente in “riserva“.

Cannavaro, dopo il pareggio che ne ha segnato il debutto europeo e italiano, non ha fatto drammi, ammettendo come nel primo tempo non abbia praticamente funzionato nulla. Dovrà ripartire dalla reazione del secondo tempo il neo tecnico del Benevento, con la consapevolezza di dover far crescere la condizione di diversi elementi e con la necessità di scacciare i fantasmi che aleggiano nelle menti dei suoi ragazzi. Passaggi fondamentali per poter iniziare a plasmare la squadra che ha in testa. Un inizio in salita, insomma, per l’ex Juventus e Real Madrid, al quale servirebbe del tempo che il campionato non è intenzionato a concedere.