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“Non accetto bacchettate da chi non ha pedigree”. Queste le parole con cui il presidente del Consiglio Luigi De Minico è riuscito a inimicarsi l’intera maggioranza ‘mastelliana’. Tensione altissima, questa mattina, a palazzo Mosti. Doveva essere il Consiglio della Tari e dell’Imu ma far discutere è stato, è sarà, il clamoroso scontro che ha visto protagonisti il presidente dell’assemblea cittadina e i consiglieri dei gruppi di governo al Comune capoluogo. “Mi scuso se qualcuno si è sentito offeso. Ma non facevo riferimento alle capacità dei singoli consiglieri ma alla loro esperienza. Chi è in Consiglio da più tempo vicende simili le ha già vissute e non si sarà sorpreso” – spiegherà poi il diretto interessato. E la vicenda a cui De Minico fa riferimento è la sospensione dei lavori d’aula dovuta alla necessità di convocare d’urgenza la commissione Finanze per sanare la mancanza di un allegato alla delibera Tari in discussione oggi. Episodio che ha creato un vero e proprio cortocircuito interno alla maggioranza (leggi qui). Due volte, per riportare la calma, è dovuto intervenire il sindaco Clemente Mastella. La prima per ‘stoppare’ i tre consiglieri dei Moderati (Antonio Puzio, Domenico Franzese e Angela Russo) decisi ad abbandonare i lavori (“Ma è l’ultimo appello alla responsabilità che riceviamo, a queste condizioni andare avanti è impossibile” – dichiarerà ai cronisti Puzio), la seconda per rassicurare la sua capogruppo Molly Chiusolo che si era spinta a sollecitare la sfiducia nei confronti di De Minico a meno di “scuse pubbliche”. Scuse poi arrivate, come già accennato. Ma da qui a parlare di caso chiuso ce ne passa: la rottura tra i consiglieri di maggioranza e il presidente del parlamentino cittadino, considerato ormai un corpo estraneo alla squadra, resta. Tanto che la mozione di sfiducia nei confronti di De Minico era già pronta, salvo poi essere riposta nel cassetto per la richiesta di Mastella di non produrre atti ufficiali. E a questo punto bisogna capire se domani la riunione dei capigruppo annunciata dal sindaco si terrà o meno. Anche perché tra otto giorni si ritornerà in Consiglio per il voto sul bilancio di previsione e passi falsi non sono ammissibili. “Ma su questo voglio essere chiaro – ha spiegato Mastella in Aula. Rispetto tutti ma chi c’è c’è e chi non c’è non c’è. Faccio il sindaco fino a quando le condizioni lo consentiranno, altrimenti non resterò un minuto di più”.

Parole che hanno anestetizzato lo scontro e preparato il terreno al via libera ai due argomenti posti all’ordine del giorno: il nuovo piano tariffario Tari e la rivalutazione delle aree fabbricabili ai fini dell’applicazione “Imu” per l’anno 2019. Manovra, quest’ultima, capace di dare una prima risposta ai proprietari (diversi quelli presenti in aula) dei lotti di terreno divenuti ad uso industriale con l’ultimo Puc e raggiunti da cartelle esattoriali esose (per usare un eufemismo), nonostante nessuno si sia mai fatto vivo per investire effettivamente in quelle aree. Il ‘sì’, in questo caso, è giunto a larga maggioranza (ha votato ‘no’ Marianna Farese, capogruppo del M5S, e si è astenuto Cosimo Lepore), anche in virtù dell’accoglimento, su input di Mastella, dell’emendamento presentato dal consigliere d’opposizione Italo Di Dio e che consentirà al contribuente di “poter dimostrare un minor valore venale rispetto a quelli indicati nelle tabelle, sulla base di prove oggettive”.