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Benevento – Se il Benevento fosse un film, Artur Ionita troverebbe il modo di apparire in tutte le scene senza dare nell’occhio. Un attore impercettibile, eppure il più presente, dal momento che nessuno ha giocato più di lui in stagione. Venti gettoni che si allungano a ventidue considerando le gare di coppa contro Spal e Fiorentina: c’è sempre stato. In campionato il minutaggio è salito a quota 1.625 dopo la trasferta di Alessandria. Numeri da giocatore-chiave, di cui spesso si fa fatica a cogliere l’importanza per l’equilibrio tattico della Strega.

Del resto, fatta eccezione per la meravigliosa azione che ha portato al suo unico gol stagionale (dai e vai con Lapadula contro la Reggina) e una manciata di conclusioni da fuori in grado di far tremare i montanti e i portieri avversari, il moldavo si è tenuto lontano dal proscenio badando a un lavoro sporco di contrasto e posizionamento efficace. Sbalorditivo anche il dato dei cartellini gialli che coincide con una media misera, se collegata alle presenze. Ionita è infatti il settimo giocatore nella lista dei più sanzionati della rosa (tre gialli e nessun rosso). L’altra mezzala Acampora, tanto per fare un esempio, di gialli ne ha collezionati sette ma con ben seicento minuti giocati in meno. Questo la dice lunga anche sui compiti richiesti dall’allenatore calabrese.

Del resto già nella passata stagione l’ex Cagliari si era rivelato un elemento imprescindibile per Filippo Inzaghi, che aveva fatto tanto affidamento sulla duttilità di uno dei suoi uomini migliori per puntare all’obiettivo salvezza. E il traguardo, chissà, forse sarebbe stato anche tagliato con Ionita in campo, se solo il mediano non si fosse infortunato nel momento clou, all’inizio della sfida con il Crotone poi rivelatasi fatale. 

Tornando alla stagione in corso, il contatore segna già 28 presenze tra club e nazionale, cifre da vero stakanovista. Alle apparizioni in giallorosso vanno infatti sommate le sei con la Moldavia nel gruppo F di qualificazione ai prossimi Mondiali – tre delle quali con la fascia da capitano al braccio – per circa 530 minuti giocati nel complesso. E la sua ‘heatmap’ stagionale (foto in accanto) fotografa un giocatore a tutto campo, della cui fisicità e corsa non si può evidentemente fare a meno. 

Le carenze negli inserimenti e nelle iniziative personali vengono dunque sopperite da mansioni meno appariscenti e votate al funzionamento dell’intero ingranaggio. Non è un caso che neppure dopo le gare contro Monza e Spal, sfide che la Strega ha in larga parte dominato, il nome di Arthur Ionita non abbia occupato alcun titolo. Pochi oneri, tanti onori e forse nessun segreto. E’ solo l’ineluttabile destino dei gregari.