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E perché non l’ha considerata prima la zona disagiata?”. Parte da un interrogativo il commento di Clemente Mastella alla notizia (leggi qui) della proposta della Regione Campania – inoltrata al ministero della Salute – di istituire un pronto soccorso a Sant’Agata dei Goti in deroga alle disposizioni nazionali in quanto “zona disagiata”.

La zona non è mica un dato mobile” – prosegue l’inquilino di palazzo Mosti che fornisce una chiave di lettura diversa delle decisioni assunte oggi da Vincenzo De Luca.

La verità è che gli hanno segnalato che nel Sannio c’era una unità d’intenti e di indirizzi tra i sindaci. Messo con le spalle al muro, il governatore ha trovato questa soluzione. Ora lo aspettiamo per le altre richieste formulate oggi in assemblea”.

Ma “in cauda venenum”, non è passata inosservata a Mastella la frecciatina indirizzata a monsignor Domenico Battaglia, vescovo della Diocesi di Cerreto Sannita-Telese-Sant’Agata dei Goti, nella parte conclusiva della nota stampa inviata dalla Regione. “Questa decisione – recita il comunicato diffuso da Palazzo Santa Lucia – risponde alle sollecitazioni pervenute dal Prefetto di Benevento relative alla situazione venutasi a creare sul territorio, e potrà contribuire a riportare serenità e tra l’altro evitare che il Vescovo di Cerreto Sannita sia distolto dalla sua attività pastorale”.

Un passaggio che proprio non è piaciuto a Mastella. “Lasciatemi esprimere la piena solidarietà al Vescovo che ha compreso le esigenze della sua comunità”.

Di seguito, la nota ufficiale giunta da palazzo Mosti:

“Il tentativo, in extremis, del Presidente De Luca circa la conferma a Sant’Agata de’ Goti del Pronto Soccorso è davvero singolare, ai limiti della correttezza istituzionale. Se ora fa richiesta al Governo nazionale per concedere la possibilità, che preesisteva, del Pronto Soccorso h24, motivandolo con l’essere quell’area zona disagiata, vorremmo capire, quell’area non era già disagiata?! Non mi pare che esista un’area che di per sé possa muoversi mobilmente da una parte all’altra. Quella era l’area e quella rimane. La verità è che avendo avuto la certezza che il popolo beneventano e i sindaci avrebbero deciso, come hanno fatto oggi, all’unanimità, di richiedere ciò che era giusto chiedere, ha fatto, inopinatamente, marcia indietro. Ne prendiamo atto ma continuiamo a chiederci perché l’abbia fatto solo oggi e non prima, esasperando le nostre comunità locali. Quanto ai toni utilizzati nei confronti del Vescovo di Sant’Agata de’ Goti, francamente, sono da respingere e, al tempo stesso, per quanto mi riguarda, esprimo piena solidarietà ad un pastore che ha accolto il grido di aiuto che veniva da quella chiesa locale e dai fedeli che egli guida nella sua esperienza pastorale”.