- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Benevento – “In tre anni non è cambiato niente, abbiamo fatto tutto quello che dovevamo ma non ci hanno dato nulla”. Questa è l’affermazione ricorrente pronunciata da alcuni commercianti della zona PonticelliSan Pasquale, colpita violentemente dall’alluvione del 15.10.2015. Giorni tremendi in cui molte attività commerciali si sono ritrovate sommerse da acqua, fango e detriti, perdendo tutto.

“Sono stati momenti terribili. E’ stato difficilissimo ripartire anche perché non ci ha aiutato nessuno solo conoscenti, amici e volontari. Raccontare quelle giornate non è semplice. Molte persone dovrebbero viverle per capirle; non lo auguro a nessuno ma per alcuni sarebbe un bene comprendere ciò che ci è accaduto e soprattutto che un evento del genere potrebbe ripetersi”

Le parole di Sandro dell’edicola Guida a Ponticelli sono ancora piene di preoccupazione: “Il problema è sempre lo stesso, dopo tre anni non si è fatto nulla. Il timore quando arriva l’inverno e la pioggia è che possa ripetersi ciò che è successo quella notte.  Ci hanno detto che non ci sono fondi per i lavori di messa in sicurezza del fiume. Come tutti ho chiesto un risarcimento per i danni subiti ma non ho ricevuto nulla, almeno per ora. Non ci contiamo molto visto il tempo già trascorso; possiamo solo continuare a sperare”.

Preoccupazioni condivise anche da Roberto Pezzuto, presidente del Comitato di quartiere San Pasquale:

“Siamo preoccupatissimi. L’incuria regna sovrana, c’è il fango stratificato che ha fatto da fertilizzante per la crescita di alberi e piante. Inoltre, sia le rive del torrente San Nicola che il livello del fiume Calore si sono alzate di 3-4 metri. Un ponticello del II secolo D.C. lasciato in condizioni pietose, un intervento che si sarebbe dovuto effettuare due settimane dopo l’alluvione e invece in tre anni non si è presentato nessuno. Ci stiamo attivando in vari modi come Comitato di quartiere. Ora sembra che sorgerà un coordinamento di comitati per far sentire in maniera più forte la nostre voce, perché il singolo comitato non ha voce in capitolo; ci fanno partecipare ad incontri, esporre le nostre idee e preoccupazioni ma tutto resta immutato”.

Paura e preoccupazione ma anche tanta rabbia per non avere ricevuto i risarcimenti anche dopo la presentazione delle domande e la stima dei danni. Sono Massimo e Vincenzo a raccontarci le loro storie. Il primo è il gommista del quartiere, il secondo ha una tipografia. Entrambi come molti altri commercianti della zona, si sono rimboccati le maniche per ripartire da zero.

“Chi ci va di mezzo sono sempre i piccoli commercianti- sottolinea Massimo. Noi però ci siamo alzati andando avanti con i prestiti, i debiti. Nessuno si è preso la responsabilità di aiutarci, di fare qualcosa e non parlo solo per la mia attività. Noi abbiamo tutte le carte in regola ma risarcimento danni zero. Stiamo parlando di un danno di poco più di 100.000 euro.”

Vincenzo appare quasi rassegnato: “In 3 anni non è cambiato nulla, nessuno si è fatto vivo. Facemmo le domande per i risarcimenti due giorni dopo l’alluvione ma a quanto pare è stata tutta una presa in giro perché il documento che abbiamo redatto pare sia servito solo per il calcolo dei danni complessivi ma soldi non ne abbiamo visti. Io ho dovuto rinnovare tutto altrimenti si chiudeva. Con la speranza che si riusciva a prendere dei fondi abbiamo fatto degli investimenti e ora siamo pieni di mutui e leasing.”

Un ultimo pensiero va a tutti volontari che in quei giorni si sono prodigati per aiutare gli abitanti e i commercianti del quartiere: “Come fai a dimenticare. Sono stati due mesi durissimi, notte e giorno sempre a lavorare. Devo ringraziare la Caritas e i tanti amici di mio figlio che ci hanno dato una grossa mano per pulire; siamo ripartiti ma siamo sul filo del rasoio. Il futuro è complicato, soprattutto in questa città ma la speranza è l’ultima a morire”.

Torna all’articolo copertina “Tre anni fa l’alluvione a Benevento”