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Benevento – A proposito della volontaria decisione assunta da Avellino e Benevento, Confcommercio Benevento risponde alla senatrice Lonardo
Nel prendere atto della nota stampa diffusa dalla senatrice Lonardo Mastella circa l’emendamento al decreto Milleproroghe sul probabile commissariamento delle camere di commercio “disobbedienti”, Confcommercio Benevento condivide l’annunciata battaglia contro la fusione delle camere di commercio di Avellino e Benevento.
Oggi vi è stato lo stralcio dell’emendamento dal decreto Milleproroghe: l’esponente grillino Irene Galletti ne ha fatto propaganda politica a proposito della sventata fusione delle camere di commercio di Lucca, Pisa e Massa Carrara ma la sen. Lonardo deve sapere che ciò non salva anche Benevento che rimane “disobbediente” in quanto la fattispecie di Lucca, Pisa e Massa Carrara è completamente diversa.
E’ necessario far conoscere a tutte le classi imprenditoriali che i consiglieri scaduti di Benevento stanno solo provando a “confondere” la legge per occultare il loro fallimento politico: sin dall’anno 1993, infatti, alle camere di commercio è stata riconosciuta la possibilità di accorparsi volontariamente tra di loro.
E tanto è quello che hanno deciso i consigli camerali di Avellino e Benevento sin dall’anno 2016 ed insieme a loro anche quelli di L’Aquila -Teramo, Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia, Agrigento-Caltanisetta-Trapani con rispettive delibere volontarie, motivate, antecedenti al D.Lgs. n. 219/2016 che oggi si paventa essere pure anticostituzionale.
Se volgiamo davvero batterci per scongiurare la nascita della nuova camera di commercio Irpinia Sannio salvando Benevento, piuttosto che discuterne a Roma fsi arebbe meglio a discuterne a Benevento con i consiglieri camerali che hanno così deciso nel 2016.
Anche lo stesso Ministero dello Sviluppo Economico con una nota del 16 dicembre 2019 in risposta alla decisione assunta in data 22 ottobre 2019 dalla camera di commercio di Teramo che ha revocato l’atto volontario di fusione adottato nel 2017, ha fatto presente che “un’eventuale revoca del provvedimento ministeriale di istituzione della nuova camera di commercio del Gran Sasso d’Italia dovrebbe essere disposta con la medesima complessa procedura utilizzata per la sua adozione”.
Pertanto alla luce del decreto di novembre 2016 istitutivo della camera di commercio Irpinia Sannio, firmato dall’allora ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda, oggi resta del tutto illegittima ogni richiesta di sospensione del procedimento; né tanto meno può immaginarsi alcun annullamento a seguito di aspetti di anticostituzionalità considerata la natura volontaria della decisione assunta.
La sen. Lonardo non sa la situazione di precarietà in cui si trova la camera di commercio di Benevento, il cui consiglio è addirittura in prorogatio da 4 anni, è gestita da un segretario generale già segretario generale della camera di commercio di Avellino, indubbio protagonista dei risultati della fusione per esserne stato commissario ad acta.
Nella malaugurata ipotesi di applicazione del decreto di istituzione divulgato lo scorso 30 dicembre e subito sospeso la nostra provincia conterebbe meno di 10 consiglieri su 33 grazie agli incessanti supplementi istruttori indotti dagli stessi consiglieri camerali di Benevento in prorogatio su cui oggi solo la Magistratura può intervenire per individuare le cause che hanno portato agli atti in essere. Appare altresì sconcertante analizzare l’atteggiamento dei due presidenti, di Avellino e Benevento, in merito ad un eventuale ripensamento: dapprima hanno verbalmente condiviso la decisione di NON accorparsi e poi, quando poi si è trattato di firmare un documento politico, il presidente in carica irpino si è ben guardato di firmare alcunchè. Per Confcommercio la cultura della legalità è centrale in ogni suo aspetto per il rilancio del Sannio e del Mezzogiorno; è una questione di equità. “Oggi -conclude Nicola Romano- si continua ad inseguire l’evento senza comprenderne le ragioni nè l’obiettivo da raggiungere; eppure tutti stiamo vivendo, imprenditori e politici, tempi davvero duri dove la stessa Europa è in crisi. Bisogna evitare il precipizio: ci sono segnali di sgretolamento democratico che ha fatto saltare l’unità del Paese. Le radici democratiche sono scomparse e la democrazia rappresentativa è in crisi: le parole non hanno più senso: è in atto un indissolubile processo di dissoluzione. Resta a noi fare con urgenza la diagnosi per indicare la cura. Nel mondo delle Camere di Commercio è necessaria un cambiamento capace di garantire le rappresentatività territoriali per cui è impensabile rimanere aggrappati al passato e non rivoluzionare radicalmente le logiche attuali con spirito di lealtà e collaborazione”. E’ impensabile continuare ad immaginare di poter risolvere le questioni con l’arroganza: occorre saggezza per restituire al Sannio stabilità e convivenza civile.
Salvo miracoli, l’eliminazione della camera di commercio di Benevento non farà altro che allungare la lista del “Così è: nun’s putev fà nient”, come accaduto per l’autostrada Napoli-Bari, per le risorse idriche del fiume Calore, per le vari sedi Istituzionali trasferite altrove, per l’alta velocità Hub Irpinia (primario a Grottaminarda) e così via.
Prendiamo atto che il “Così è” scaturisce, sempre, dall’intrinseca “debolezza” di chi è delegato alla rappresentanza del territorio e, nel caso specifico della camera di commercio, sorge l’amarezza che addirittura chi ci rappresenta, numeri alla mano, lo fa arbitrariamente e senza alcuna legittimazione, né politica, né tecnica.
Concludendo, Cogliamo l’occasione per augurare buon lavoro ai due nuovi impiegati neo assunti dalla CCIAA Sannita, ovviamente poco o nulla conta professionalmente la loro origine Irpina, mentre i nostri giovani cercano fortuna oltre confine a noi non resta che accaparrarci le eccellenze altrui”.