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Benevento – A distanza di soli 2 giorni dall’attivazione del Tavolo di Crisi sugli effetti di COVID-19 nel Sannio, tanti imprenditori hanno sentito il bisogno e l’urgenza di incontrarsi per testimoniare lo stato di crisi delle loro attività.
Non ho ricordo negli anni di incontri così partecipati, intensi e collaborativi – esordisce il vertice di Confcommercio, Nicola Romano -; pensare che tutto era iniziato nel pomeriggio con 4-5 amici della provincia: vediamoci questa sera; OK, lo dico a qualche collega”.
La sala riunioni di Confcommercio era gremita di amici colleghi: ne abbiano contati più di 50 in rappresentanza di tutti i comparti produttivi dell’economia locale; presenti all’incontro anche i rappresentanti delle associazioni di categoria UNITALIA e APIS del comparto agricolo.
La cruda realtà dello stato di crisi supera di gran lunga le già pessime percentuali che giornalmente i Media nazionali e locali promulgano.
Siamo al centro di un tsunami economico con effetti che possono essere apocalittici e, pertanto, di difficile governabilità come dimostrano le testimonianze raccolte da imprenditori di vari comparti sanniti”.
La titolare di un affermato ristorante della provincia ha dichiarato la totale assenza di richieste di prenotazioni per ricevimenti o altro dall’inizio dell’era Coronavirus e denuncia disdette di prenotazioni già contrattate: nel solo mese di maggio su un totale di 19 prenotazioni per cerimonie di prima comunione ben 18 le hanno sospese in attesa dell’evoluzione del virus.
Giulio Italiano, titolare dell’Hotel Italiano, operante in Città da più di un secolo, non ha menzione e ricordo di disdette pari e/o superiori al 70% sul prenotato.
Sale da ballo e discoteche che per ovviare ai costi del personale decidono di non aprire; pub e rosticcerie che lavorano al 30-40 % e per la maggiore parte solo su asporto; tutte le attività recettive club, sale giochi, circoli ricreativi e sportivi, palestre, piscine campi sportivi registrano cali del 90% per cui diversi decidono di rimanere chiusi.
I titolari di due rinomate cantine di imbottigliamento testimoniano l’annullamento di tutti gli ordini in portafoglio e l’immediato blocco delle consegne già contrattualizzate.
In mattinata la drammatica testimonianza del titolare di una delle più grosse aziende Bus trasporto persone: su una flotta di 15 mezzi, sempre circolanti, oggi, per contratto, ne sta circolando solo 1 garantendo il collegamento Napoli-Torino: anche esso con unità di passeggeri ridotta a 25-30 unità.
Drammatica per certi versi la testimonianza della direttrice di un’importante agenzia di viaggi: 4 operatori impegnati al telefono solo ed esclusivamente per gestire disdette e richieste di rimborso.
Riportare le testimonianze di tutti è impossibile: dobbiamo prendere atto che lo tsunami colpisce tutte le filiere economiche sannite.
Sono necessarie misure urgenti, tangibili e di immediato riscontro: le misure governative fino ad ora adottate possono lenire nel tempo i danni ma non assicurano la sopravvivenza delle aziende.
Servono misure specifiche per ogni settore: ma è soprattutto indispensabile una mobilitazione dei piani promozionali sulle distinte filiere: da quella del turismo, dei pubblici esercizi, dei trasporti, all’agroalimentare e alla logistica.
Nel comparto trasporti bisogna bloccare i canoni di pagamento delle rate leasing e noleggio, sospendere le tasse di possesso, azzerare i pedaggi autostradali per dare possibilità di rispettare comunque i collegamenti essenziali, defiscalizzare le tasse sui carburanti ed azzerare la tassazione sul lavoro.
Ed ancora: per tutte le attività della filiera recettiva è indispensabile sospendere, piuttosto che dilazionare, tutti i tributi locali e di Stato, bloccare tutti gli impegni fiscali già in essere, sospendere la tassazione sul lavoro, prevedere il pagamento del solo importo di consumo di luce e gas al netto di altri costi aggiuntivi.
Per le Agenzie di viaggio, alberghi, hotel, ristoranti prevedere oltre alle già citate misure e a quelle governative , il ristoro , immediato, del 20% sull’ammontare degli importi netti delle somme totali sulle disdette.
Il comparto agricolo chiede l’immediato ristoro di tutte le somme e la definizione di tutte le pratiche inspiegabilmente bloccati dall’organo regionale.
E’ indispensabile promuovere con maggiore impegno il ruolo dei CONFIDI e stabilire accordi in materia creditizia con le Banche al fine di sostenere fattivamente le imprese attraverso un accordo concreto col sistema bancario tendente, ad esempio, a posticipare almeno fino al 31 dicembre 2020 tutti gli impegni di pagamento assunti e non solo quelli relativi ai mutui.
Il grido d’allarme delle imprese è unanime: è tutto fermo, il supporto per evitare il tracollo generale deve essere immediato e tangibile.. Possiamo parlare di zone rosse e gialle sotto l’aspetto sanitario ma non per l’aspetto economico: è tutta l’Italia che ormai è economicamente in ginocchio. E’ necessario l’intervento dell’Unione europea, serio e concreto.