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Benevento – Un dibattito che sarà ricordato a lungo. Per quasi tre ore la sala consiliare della Rocca dei Rettori si trasforma nell’arena del Pd sannita.  L’ora X scatta alle 19 e 53. Dai banchi della sala consiliare della Rocca dei Rettori, dai banchi da cui è solito picconare le amministrazioni provinciali ‘mastelliane’, Giuseppe Ruggiero legge le motivazioni della mozione di sfiducia nei confronti della presidente del partito Antonella Pepe. L’accusa la conoscevamo già, lo stesso sindaco di Foiano l’aveva illustrata nel corso di un intervento social, all’indomani del voto per le politiche: “Ha scavalcato le decisioni assunte dagli organismi dirigenti per promuovere se stessa. Non può più esercitare una funzione di garanzia”.

Le parole più dure, per la verità, Ruggiero le aveva pronunciate prima, nel corso del suo intervento. E non in direzione di Antonella Pepe ma della Regione Campania: “De Luca ci vuole annessi, silenti. Ma noi siamo e resteremo uomini liberi. Se Antonella Pepe, oggi sostenuta dalla Regione perchè ne vuole essere riferimento, resta al suo posto allora non potremo parlare più”.

Il j’accuse di Ruggiero è da bollino rosso, investe pure le inchieste che hanno scosso la Provincia: “Le carte giudiziarie ci dicono che quella vicenda riguarda anche il nostro partito, non quello sannita ma quello regionale. Vi trovano spazio faccendieri salernitani, ingegneri casertani. Lo sappiamo tutti.. “.

E ancora, la requisitoria di Ruggiero chiama in causa il progetto della Diga di Campolattaro, la moratoria sulle rinnovabili, i lavori sulla viabilità: “Coi soldi stanziati per le nostre strade sono stati pagati i lavoratori napoletani, con quel loro curriculum… “. Da qui la conclusione: “Non siamo noi contro la Regione ma è la Regione che è contro di noi”. Ad ascoltare, in platea, anche Stefano Graziano, deputato eletto nel collegio Benevento-Caserta e considerato persona vicina a De Luca, oltre che a Letta. Non era prevista, la sua presenza. Ma è coerente con ciò che lo stesso parlamentare dichiarava alcuni giorni fa: “Eserciterò il mio ruolo anche in questa provincia”. Il controcanto a Ruggiero, però, lo interpreta Erasmo Mortaruolo. E lo fa usando toni netti, chiari, a tratti sprezzanti.

Nella sua vasta relazione, il segretario Cacciano si è dimenticato di dire che una parte consistente del partito non ha fatto la campagna elettorale. C’è chi neanche le deleghe per i rappresentanti di lista ha ritirato. Però il processo lo fate ad Antonella Pepe che si è spesa con passione in una battaglia che sapevamo tutti fosse già persa. La mozione di sfiducia nei suoi confronti secondo Ruggiero risolverà i problemi con la Regione. In che modo? La verità è che questo atto rappresenta il punto più basso toccato da questo partito. Roba da far cadere le braccia, ma che non mi sorprende. Ho sentito persino qualcuno contestare la mia candidatura al terzo posto nel listino, in una posizione ineleggibile. Sono sempre candidato? Sì, anche quando il Pd non è capace di chiudere la lista per le provinciali e ha bisogno di un candidato a zero voti… “.

Altrettanto schietta, nell’inusuale veste da imputata, Antonella Pepe: “So bene che sarò sfiduciata, ma non mi dimetto. Perchè non ho nulla di cui scusarmi. Ero tra le disponibilità inviate a Roma e da Roma mi è stata chiesta la disponibilità a candidarmi. Il processo andrebbe fatto a chi si è sottratto dalla lotta perchè si perdeva, non a me. Pazienza, comunque, non sarò più presidente ma resto nel Pd e continuerò a fare le mie battaglie. Altri devono rispondere alla propria coscienza dei propri comportamenti. Gli stessi che vogliono questa sfiducia per dimostrare al mondo che sono ancora loro a comandare. Che poi è lo stesso motivo per cui la mia candidatura ha dato fastidio”.

In un clima sempre più teso, lo stesso Stefano Graziano decide di prendere la parola e non morde certo il freno.

Ero venuto qui perchè pensavo si parlasse di politica. Dell’avanzata della destra, della nostra sconfitta, della conseguenze della guerra. Sto assistendo, invece, a uno spettacolo imbarazzante. Volete sfiduciare il presidente del Pd perchè si è candidata per conto del Pd? Roba da marziani. Ascoltate il mio consiglio, fermatevi. Altrimenti ve ne assumerete le responsabilità”.

Consiglio non accolto. La mozione di sfiducia – dopo un piccato botta e risposta tra Palumbo e Graziano – passa con l’astensione di Cacciano e 39 voti a favore sui 66 aventi diritto.