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Gli abitanti della contrada Ponterutto sono ‘figli di un Dio minore’. E’ questa la risultanza che ogni avversità metereologica mette in gran risalto. La frazione a cavallo tra i comuni di Cautano e Vitulano con puntualità  annuale, quando le piogge diventano copiose e le acque del torrente Jerino aumentano la propria portata, vede i propri contradaioli ‘magicamente’ ritrovarsi senza collegamento viario con la più importante arteria stradale della zona quale è la ‘Fondovalle Vitulanese’.

Infatti, l’acqua del torrente Jerino si ‘mangia’ la strada che dalla frazione porta alla ‘Fondovalle’. Gli abitanti della zona, quindi, restano tagliati fuori da uno sbocco stradale rapido, restando quasi isolati.

Nel tempo sulla questione ne è nata una diatriba tra i ‘contradaioli’ e le amministrazioni locali, in particolare con il comune di Cautano ed il suo sindaco, Alessandro Gisoldi, poiché la strada che ‘sparisce’ insiste proprio sul suolo cautanese.

In verità il primo cittadino di Cautano ha replicato più volte, sia con post social (sulla pagina ufficiale dell’ente) che con atti formali, alle rimostranze dei ‘contradaioli’ di Ponterutto.

“In passato il tracciato era un tratturo ed in seguito, probabilmente per raggiungere più velocemente la fondovalle vitulanese, è stato evidentemente asfaltato più volte da qualche benefattore tramutandosi in strada utilizzata con frequenza dai residenti. – ha evidentemente precisato Gisoldi dalla pagina dell’amministrazione cautanese – Non molto tempo fa io stesso ho disposto l’installazione di segnaletica verticale che indicasse chiaramente il divieto di transito in quel tratto. Dunque quel percorso, realizzato incoscientemente ed abusivamente nell’alveo di un torrente, non è mai stato una strada del Comune di Cautano anzi, l’attuale amministrazione ha invece provveduto a vietarne l’accesso”.

Sempre via social è giunta la replica di un ‘contradaiolo’, Angelo Piazza. “Tutto corretto, se non che quella strada rappresenta attualmente l’unico asse di collegamento con la Fondovalle vitulanese, e vietarne l’accesso senza contemporaneamente predisporre valide soluzioni alternative, non rappresenta un angelico slancio verso il bene comune, ma un goffo tentativo di evitare conseguenze qualora su tale strada si fossero verificati incidenti. Visione dimostrata dal fatto che il traffico non é mai diminuito, ed é stata sovente percorsa addirittura dalle forze dell’ordine e dai mezzi di soccorso. – Il cittadino conclude – grazie per averci salvato la vita, sperando che a nessuno serva un’ambulanza da qui a non si sa quando”.

Evidentemente la situazione non è più sostenibile e una soluzione al problema va trovata, perché non si può essere miopi e sordi dinanzi alle esigenze di propri concittadini.