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“Senatrice Lonardo, l’altro ieri lei ha presentato i due nuovi liquori, un rosolio e un amaro, che lei commercializza con la società Ceppaloni events srl che ha sede nella villa di famiglia”. Così in una nota Gabriele Corona, movimento “Altra Benevento è possibile”. 

“Lei ha spiegato che le ricette – aggiunge – le ha trovate a casa di sua mamma, scomparsa il mese scorso, “custodite in un rotolo di pergamena logorata dal tempo” e subito si è attivata per produrre in tempo da recordi le due prelibatezze fatte con vino e erbe segrete, a Cava dei Tirreni in un liquorificio di un amico vostro.
Questa notizia che ha emozionato soprattutto i soliti giornalisti amici che l’hanno diffusa con grande risalto, (se fosse stata una inserzione pubblicitaria chissà quanto le poteva costare) è in tema natalizio e ci permette di sapere che dopo i suoi panettoni fatti a Pagani, anche altre “meraviglie sannite” si producono in provincia di Salerno.
Lei sottolinea che la sua “mission” è quella di promuovere le materie prime del Sannio ma forse avrebbe fatto meglio ad utilizzare l’attenzione che la stampa le riserva, grazie al suo ruolo politico, per sostenere tutti i produttori locali di dolci e liquori, anche quelli che non hanno i soldi per pagare pubblicità così impegnative.
Invece lei “promuove” solo i suoi prodotti, quelli che, tra l’altro, vende a prezzi anche sostenuti (26 euro per un liquore e 42 euro per un panettone) che però i vostri sostenitori politici certamente acquisteranno in massa per sostenere Ceppaloni Events srl.
Lei avrebbe potuto aprire a Benevento un negozio “Meraviglie Sannite” come quello di Loano, in Liguria, e sostenere l’economia locale magari pagando il fitto ed assumendo qualche disoccupato.
Oppure potrebbe sostenere una cooperativa di giovani ed aiutarli, disinteressatamente, come ci si attende da un buon politico, ad ottenere qualche finanziamento per avviare l’attività di produzione e commercializzazione e magari aprire laboratori dolciari e una distilleria nel Sannio come quella degli amici vostri salernitani.
Non ci ha pensato? Vi comprendiamo: quando l’attività politica diventata fonte di amarezza si dimenticano gli obiettivi sociali.
Dopo la sonora sconfitta alle ultime politiche e l’inarrestabile parabola discendente di “Noi Campani” con la prossima inevitabile scomparsa del partito famiglia, è meglio dedicarsi ad altro.
Forse sarà per questo motivo che il suo liquore amaro lo ha chiamato Amaral, come un vino cileno e come l’omonima musicista spagnola che canta “Días De Vino Y Rosas” (i giorni del vino e delle rose) e soprattutto “Nada de Nada” per ricordare una “estrella apagada” cioè una stella ormai spenta. Politicamente, si intende. Tanti auguri”. 

AltraBenevento: ‘Dove son finiti i panettoni di Sandra? Potevano essere utili per addolcire le elezioni provinciali’