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La questione rifiuti approda a palazzo Mosti. La giunta Mastella ha infatti approvato questa mattina la delibera promossa dall’assessore all’Ambiente Luigi De Nigris per la definizione di una convenzione tra Comune e Sapna – la società di proprietà della Città Metropolitana di Napoli che gestisce il ciclo rifiuti nell’area partenopea – per consentire il conferimento presso lo Stir di Tufino (Na) del rifiuto indifferenziato prodotto dal capoluogo.

Un atto importante, volto a scongiurare una crisi rifiuti a Benevento. Un atto doveroso, inoltre, considerato che la Sapna di Napoli aveva risposto con un ‘niet’ alla prima richiesta di aiuto giunta dall’Asia. Per il responsabile dello Stir napoletano, infatti, la richiesta doveva pervenire dal Comune di Benevento e non dalla società partecipata che per suo conto gestisce la raccolta dei rifiuti.

Un assunto che se vogliamo sconfessa quanto sta accadendo nel Sannio dove è la Samte – molto più che la Provincia – ad essersi sobbarcato il peso dell’intera vicenda. Tutto nasce, infatti, dall’incendio che il 23 agosto scorso ha coinvolto lo Stir di Casalduni e nello specifico un capannone adibito proprio alla ricezione dei rifiuti indifferenziati, determinando gravi ripercussione sull’organizzazione dei sistemi di raccolta e smaltimento.

Da qui la necessità per i comuni del beneventano di conferire altrove i propri rifiuti. Due le opzioni: l’impianto di Tufino, gestito appunto dalla Sapna, e quello di Santa Maria Capua Vetere nel Casertano, dove a operare è la Gisec.

Decisamente più vantaggiose, agli occhi dei vertici politici e amministrativi di palazzo Mosti, le condizioni proposte dalla Sapna. Fino alla soluzione della fase emergenziale, Tufino accoglierà i rifiuti indifferenziati di Benevento, cosa che già sta accadendo nelle more del perfezionamento della convenzione, fino alla concorrenza di 180 tonnellate settimanali, di cui 110 tra il martedì e il mercoledì e la residua quantità durante gli altri giorni feriali.

Crisi scongiurata? La situazione resta critica. Alle difficoltà determinate dall’incendio di Casalduni, infatti, si è aggiunta la grana di Acerra, con una linea del termovalorizzatore ferma per sette giorni e la conseguente riduzione dei conferimenti di quanto lavorato dagli Stir.