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Benevento – Due settimane lontano da occhi indiscreti. La prima trascorsa nel ritiro di Roma, la seconda nel quartier generale di Paduli. Il Benevento non si è più mostrato dopo la bella prestazione di Torino con la Juventus che ha prodotto, tuttavia, la dodicesima sconfitta in altrettante partite di serie A. Troppo importante la sfida col Sassuolo, un bivio decisivo per gli uomini di Roberto De Zerbi. Proprio il tecnico è stato l’unico a rompere il silenzio, parlando questo pomeriggio in conferenza stampa. 

ALLENAMENTI – Scusate se ho fatto allenamento a porte chiuse ma non avendo deciso se giocare a 4 o 3 non volevo dare vantaggio agli avversari. Promesso, la settimana prossima facciamo due allenamenti a porte aperte.

CONDIZIONE – L’aspetto mentale determina tutto il resto, ma se non hai le gambe e se non corri non puoi giocare a calcio. Per l’aspetto tattico ci manca ancora il dettaglio, quello ce lo darà il tempo. L’organizzazione per giocare a tre o a quattro è un percorso che bisogna invece seguire immediatamente.

MODULO – Non parto con in testa un sistema predefinito, cerco di adeguarmi ai giocatori che ho. Abbiamo recuperato D’Alessandro, Costa sta rientrando mentre Antei si trascina dietro un’infiammazione al tendine. Potremmo giocare in futuro con due esterni larghi, tenendo anche conto dell’avversario. Giocare a tre o a quattro cambia poco, bisogna saper stare in campo.

SASSUOLO – Non so che problemi hanno e non ne voglio parlare, mi devo preoccupare dei miei di problemi. Voglio una squadra che dia tutto, che abbia la voglia e la consapevolezza che, al completo e crescendo di condizione, può giocarsela con diverse formazioni. Il Sassuolo è una squadra forte, più di noi, ma non è detto che non potremo giocarcela. Voglio che si pensi solo a quei novanta minuti, dando tutto con coraggio e con voglia di fare risultato, quella voglia che inconsciamente ha condizionato questa squadra.

LAVORO – A Cagliari, nella ripresa, abbiamo messo sotto una squadra che ha dodici punti e non dovrebbe nemmeno lottare per la salvezza. Con la Lazio se facciamo il secondo gol con Cataldi riapriamo la partita, nonostante il loro vantaggio o altro di cui non mi interessa. Con la Juve abbiamo perso di misura contro una squadra che aveva dato sei gol all’Udinese ed è campione d’Italia. Con i rientri possiamo giocarcela alla pari con tutti.

D’ALESSANDRO – E’ un giocatore di fascia, tra le linee non è nel suo habitat. In quella posizione prediligo più un palleggiatore, potrebbe comunque farlo quel ruolo o giocare quarto di centrocampo in una posizione più congeniale.

PUNTI – Fare punti ci darebbe convinzione, si potrebbe vedere un’altra squadra. Per fare risultati bisogna creare i presupposti e quelli dobbiamo crearli noi.

ALIBI – Non dobbiamo piangerci addosso, quseto non mi piace. Affrontiamo una squadra forte ma possiamo giocarcela alla grande, la posta in palio è importante. Dobbiamo avere la forza morale di superare il momento, vincendo le prospettive cambierebbero e bisognerà pensare a quello.

AMBIENTE – Mi accorgo di tutto perché vivo tutto al cento per cento, non sono un tipo freddo e distaccato. Il problema non sono io, bisogna stare vicino alla squadra e convincerla di potercela fare. Gli esempi passati non mancano: Crotone, Reggina e Chievo hanno fatto quello che vorremmo fare noi. Serve una spinta emozionale quotidiana. Io sbaglio più di tutto ma lo faccio per trovare quelli che hanno dentro il fuoco per poter compiere questa impresa nei prossimi mesi.

RESPONSABILITA’ – Ho un gruppo di persone intelligenti e di professionisti, mi hanno seguito fin dal principio. Domenica abbiamo una partita importantissima ma dobbiamo viverla come una “semplice” partita da tre punti. Ho detto le stesse cose nello spogliatoio, non possiamo permetterci di giocare pensando a troppe cose. I segnali sono incoraggianti ma vanno confermati.

IEMMELLO – Non sta bene, ha un problema al ginocchio ma non penso sia grave. Fisicamente era al 30-40% per questo non è stato convocato per Torino. In questo momento abbiamo bisogno di gente al cento per cento sia fisicamente che mentalmente. Meglio che si curi, sarà importante per noi in futuro ma adesso non sta bene.

PUBBLICO – Deve essere la squadra a fare il primo passo per giocare col pubblico dalla sua parte, come è successo con la Lazio quando si è visto un coraggio diverso nonostante il passivo di tre reti. Mi aspetto lo stesso pubblico di quella mezz’ora, ma ripeto deve essere la squadra a trascinarlo.