- Pubblicità -
Tempo di lettura: 2 minuti
Di seguito comunicato stampa del capogruppo consiliare di “Cerreto Riparte”, Vincenzo Di Lauro.
 
Stanno distruggendo un paese. Non basta il degrado urbanistico, l’assenza di opere pubbliche, la perdita dei finanziamenti del PNRR, un buco da 400.000 euro, la perdita, dopo 20 anni, dell’Ambito Sociale, ora chiudono anche il Museo della Ceramica!
 
Infatti, da giorni, il Museo, che per regolamento regionale doveva essere aperto tutti i festivi e prefestivi per dare la possibilità alla gente di visitare ed apprezzare la Collezione Mazzacane ed i tanti reperti dell’antica ceramica, sarà chiuso il Sabato e la Domenica.
Vi si accede solo per prenotazione delle visite.
 
Un altro passo indietro per Cerreto firmato da una amministrazione senza speranza e senza cultura, che si distingue solo per i danni che sta causando alla comunità.
Dopo essere stato inaugurato nel 2012, dopo anni di sacrifici e sforzi amministrativi dei vari sindaci ed assessori che si sono succeduti fin dagli anni ‘90, arrivato Parente si chiude.
Un duro colpo alla storia del paese, agli sforzi fatti per promuovere il settore ceramico, alle speranze di incremento del settore turistico. Un duro colpo al rilancio economico di Cerreto.
 
Conoscevamo già la scarsa cultura dei Parente, dei Melotta e dei Carangelo; non ci aspettavamo, invece, l’insensibilità dei novelli amministratori alla Trotta, alla D’Andrea ed alla Meglio.
Ci saremmo aspettati da questi, come propagandavano durante la campagna elettorale, un potenziamento del Museo e serie iniziative per fermare l’emorragia dei ceramisti da Cerreto, ed invece dobbiamo constatare che anche quel poco che avevamo realizzato nel tempo lo stanno demolendo.
 
Restano le inutili e sterili manifestazioni sulla ceramica, fatte solo per soddisfare l’ego presenzialista di qualche lecchino di questi amministratori, i 5.000 euro spesi dal Comune per pranzetti vari ai relatori di deserti incontri sulla ceramica alla Vecchia Quercia, ed ora la chiusura di un attrattore turistico importante come il Museo. Siamo caduti davvero in basso”.