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Benevento – Possiamo ragionevolmente ritenere che l’Appia stia agli antichi Romani come Benevento a De Zerbi e Djuricic, due che dal Sannio hanno imboccato lo snodo principale verso il centro del calcio. Non che Sassuolo sia Barcellona o Manchester, ma l’oasi emiliana è un laboratorio in costante evoluzione, l’habitat ideale per quei talenti che sono in procinto di sbocciare.

Ciò che ha più volte sottolineato l’allenatore bresciano nell’ultima conferenza stampa può infatti condividerlo il serbo, incontrato nell’esperienza giallorossa e da lì in avanti mai più abbandonato. Ora Djuricic per De Zerbi è un jolly imprescindibile. Lo ha utilizzato da esterno, trequartista, mezzala e persino come centravanti, ruolo che non è escluso possa ricoprire domani sera, vista l’assenza di Caputo. Una risorsa preziosa soprattutto in un campionato pesantemente condizionato dall’emergenza sanitaria. 

Erano entrambi sulla stessa barca, De Zerbi e Djuricic, quando si legarono alla Strega. Il primo a caccia di un rilancio dopo la traumatica esperienza di Palermo, il secondo alla ricerca di se stesso per riallacciare il discorso con una carriera che in tanti – agli albori – profetizzavano esaltante. Si sono presi per mano crescendo di giornata in giornata, prima a Benevento e poi in Emilia, aggredendo i vertici della classifica di serie A e accogliendo complimenti illustri come quelli che Karl-Heinz Rumenigge ha tributato di recente al loro attuale club.

Quel Benevento, destinato a un triste epilogo fin dal mercato estivo, aveva bisogno di andare oltre il miracolo per salvarsi. L’impresa non fu portata a termine, ma l’approdo del serbo all’ombra della Dormiente – unito a quello dei vari Guilherme, Sandro e Diabatè – consentì ai sanniti di cambiare passo nonostante l’anemia di risultati. Una sola giocata vincente (assist per Diabatè proprio al Mapei Stadium contro il Sassuolo), ma tanti strappi rivelatori di classe e genialità che il pubblico sannita ebbe modo di apprezzare e applaudire.

Le presenze a fine campionato risultarono quindici, tra le quali seppe ritagliarsi un piccolo spazio un episodio curioso. Un gol ‘immaginato’, per così dire, nel derby contro il Napoli al Ciro Vigorito. Brignola entra in area e conclude trovando l’opposizione di Mario Rui. A quel punto sulla respinta accorre Djuricic che non ci pensa su due volte e calcia col mancino verso la porta di Reina. La palla va prima stamparsi sui led a bordo campo e poi rimbalza sull’esterno della rete. Un collega, in tribuna stampa, ha l’illusione del gol dell’uno a uno e reagisce d’istinto con un gesto di stizza. Tutto vano: quella rete, come quella salvezza, restarono nel campo dei sogni.