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Chiusa l’inchiesta coordinata dalla Procura della Repubblica di Benevento sulla gestione di cliniche e Rsa durante l’emergenza Covid, in particolare sul focolaio di Sars-Cov-2 che si è scatenato a marzo 2020 nella clinica di Villa Margherita.

Epidemia colposa, omicidio colposo e lesioni colpose: queste le accuse contestate a quattro persone, oltre alla società che gestisce la casa di cura di Benevento. Indagati nell’inchiesta Stefano Nordera, Stefano Garelli, Claudio Di Gioia e Alessandro Ciarimboli. Si tratta dei direttori generale, sanitario ed amministrativo, oltre al responsabile medico della struttura. Fra le ipotesi di reato, contestate a vario titolo, ci sono l’epidemia colposa, l’omicidio colposo e le lesioni colpose. Impegnati nella difesa gli avvocati: Luigi Ferrante, Vincenzo Regardi e Paolo Piccialli.

Nella struttura di assistenza sannita si era sviluppato un focolaio con la morte di 11 dei 23 pazienti trasferiti all’ospedale Rummo di Benevento per essere curati dal Covid-19, ed oltre 50 i contagiati. Le indagini, condotte dai Carabinieri del Comando provinciale di Benevento e dei Nas di Salerno, avevano portato anche al sequestro di alcuni pc in dotazione alla struttura sanitaria. 

L’indagine, finalizzata a fare piena luce sulle cause della diffusione del Covid-19 all’interno della struttura Villa Margherita, era in corso da oltre un anno, durante il quale, pur con le notevoli difficoltà dovute all’emergenza sanitaria, è stata acquisita una notevole mole di documenti e informazioni e sono state ascoltate numerose persone. Per la compiuta ricostruzione della vicenda, è stato nominato un collegio di consulenti tecnici, composto da due professori ordinari di igiene e un medico legale, che ha partecipato anche al sopralluogo presso la struttura.