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Era programmata per questa mattina, presso il Tribunale di Benevento, dinanzi al gup Maria Di Carlo, l’udienza preliminare per il rinvio a giudizio relativo alla gestione dei fondi per l’alluvione dell’ottobre 2015 nel Comune di Ceppaloni. Tre le persone finite nei guai per aver fornito documentazione falsa per ricevere i ristori stanziati per i danni causati dall’alluvione che ha colpito duramente la provincia di Benevento nel 2015.
Indagati Vincenzo Mauro, un tecnico del Comune di Ceppaloni, Maria Grazia Maselli, una beneficiaria (l’altra persona nel frattempo è deceduta), e l’architetto Pio Mandato, chiamato in causa come tecnico privato. Gli avvocati impegnati nella difesa: Sergio Rando, Vincenzo Sguera, Luigi Diego Perifano, Massimiliano Cornacchione e Camillo Cancellario.

Alla fine c’è stata la formalizzazione di un rinvio a giugno 2023, poiché uno degli imputati ha presentato un certificato medico che ne impossibilitava la presenza.

L’INCHIESTA

E’ stata la Guardia di Finanza di Benevento a condurre le indagini nei confronti dei due privati (uno è deceduto), unici a ottenere il ristoro a Ceppaloni. In particolare, i due cittadini, in concorso con un pubblico ufficiale del citato Ente e con un tecnico privato incaricato della redazione di una perizia sui danni subiti dalle relative abitazioni, con artifizi e raggiri – consistiti nella presentazione delle domande di contributo pubblico statale corredate dalle false perizie asseverate redatte dal tecnico privato, la cui veridicità era stata ulteriormente attestata dal medesimo P.U. – avevano indotto in errore l’organo preposto alla concessione del beneficio economico in parola, che dunque aveva accolto le domande e aveva consentito all’Ufficio Tecnico del Comune di Ceppaloni di autorizzare il pagamento (non dovuto e quindi indebitamente percepito) dell’importo complessivo di 128.000,00 euro. A testimonianza della dubbia veridicità della perizia asseverata dal professionista, è stato rilevato che lo stesso aveva, peraltro, riscontrato e rilevato danni identici per entrambe le abitazioni, pur situate in luoghi distinti del paese ed in un differente contesto geomorfologico.

In particolare, nel corso delle attività investigative svolte, la disamina della documentazione amministrativo – contabile acquisita, l’escussione di numerosi soggetti informati sui fatti, tra i quali anche dirigenti delle Pubbliche Amministrazioni intervenute durante i soccorsi, corroborate dalla redazione di una dettagliata consulenza affidata ad un consulente tecnico nominato dalla Procura della Repubblica, hanno evidenziato come i due immobili, i cui proprietari hanno beneficiato dei predetti contributi pubblici, non abbiano riportato i danni strutturali dichiarati nelle perizie allegate alla domanda, quali conseguenza degli eventi alluvionali del 2015, da ritenersi del tutto insussistenti.