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Telefono in mano, foto e video a ripetizione. Questo è stato il modo per affrontare la sua intervista sul palco di Piazza Federico Torre. Abel Ferrara è regista fuori dal normale, i suoi film ne sono la testimonianza, e il personaggio non poteva essere diverso: netto, deciso, irriverente e, per certi versi, anche provocatorio.

Una chiacchierata piacevole condotta da Michele Moccia, coadiuvato nella traduzione da Vincenzo Vessichelli, nella quale sono stati affrontati i temi più disparati, intervallati da clip dei suoi film più celebri. Il finale di ‘Addiction’ e quello di ‘The funeral’, crudo e coinvolgente, la clip di ‘Pasolini’, altro personaggio che lo ha condizionato, artisticamente parlando, lungo il suo percorso. Fino ad arrivare a ‘Padre Pio’, film per il quale è stato premiato e che è stato proiettato alla fine della chiacchierata col pubblico che è aumentato progressivamente. Pellicola con Shia LaBeouf nei panni del Santo pietrelcinese, un racconto del giovane Padre Pio, quello che stava cominciando a vivere i tormenti spirituali e l’apparizione delle stimmate. 

Il tutto sempre col cellulare in mano, riprendendo le clip dei propri film, facendo foto al pubblico e coi compagni sul palco. Ferrara ha vissuto la sua serata come quella insieme ad amici, rimanendo affascinato dalla città di Benevento e, come successo per Alessia Mancini e i Panpers, e dalla bontà dello ‘scarpariello’, parola pronunciata e senza bisogno di alcuna traduzione.