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Foglianise (Bn) – Una tragedia immane ha colpito la valle Vitulanese. Lacrime, incredulità, rabbia sono i sentimenti predominanti nella comunità di Foglianise, fra coloro che conoscevano Maria Teresa De Cicco, giovane di 34 anni benvoluta da tutti, che si è spenta dopo aver a lungo combattuto con una brutta malattia. Sono troppo pochi 34 anni per morire. Non può esserci una vera consolazione alla notizia di una vita così giovane spezzata da una malattia spietata, purtroppo incurabile nonostante le moltissime terapie sostenute nel corso del tempo.

La notizia si è diffusa rapidamente in valle Vitulanese nella giornata di ieri, mercoledì 29 giugno, tra tutte le amicizie e le conoscenze che aveva seminato e coltivato durante il suo percorso. Tantissimi i messaggi di cordoglio e di affetto che stanno arrivando in queste ore alla famiglia per la terribile e prematura perdita. “Un piccolo fiore è nato e morto sulla terra. Un grande Angelo vivrà in cielo. Il signore dia la forza ai tuoi genitori. Ciao Maria Teresa, lasci una lacrima sul viso di tutti noi”. E’ soltanto uno dei tantissimi saluti ricchi di affetto e commozione che sui social sono stati recapitati alla 34enne. 

La ragazza, da qualche tempo, raccontava sui social la sua lotta contro la malattia con la forza impetuosa e sfacciata della giovinezza. Soltanto un mese fa scriveva così: “Domani continuerò ad essere. Ma dovrai essere molto attento per vedermi. Sarò un fiore o una foglia. Sarò in quelle forme e ti manderò un saluto. Se sarai abbastanza consapevole, e mi riconoscerai, potrai sorridermi. Ne sarò molto felice”.

Gli amici di sempre della giovane hanno voluto omaggiarla con un manifesto con un messaggio d’addio: “Che tu possa avere sempre il vento in poppa che il sole ti risplenda in viso e che il vento del destino ti porti in alto a danzare con le stelle. Per la nostra indimenticabile amica Maria Teresa”. Ai funerali, avvenuti oggi giovedì 30 giugno alle ore 16:30 nella chiesa di Santa Maria di Costantinopoli a Foglianise, sono stati tantissimi gli amici che si sono stretti attorno al dolore dei familiari, per sostenerli e condividere il loro lutto.

Il messaggio di addio dell’amica Roberta: “Come poter raccontare il vuoto, ora, Maria Teresa?

“Come poter raccontare il vuoto, ora, Maria Teresa? Non lo so, ma di sicuro ne starò facendo esperienza. Sant’Agostino infatti si chiedeva “che cos’è il tempo? Se me lo chiedi non so rispondere, ma posso solo farne esperienza”. Allora io potrei dire la stessa cosa del vuoto, perché articolandolo nel tempo, divento capace di raccontarlo. Dico vuoto e non dolore, perché so bene quanto tu tenessi all’incolumità dei tuoi amici: per te noi eravamo tutti fratelli. Avevi infatti quella maniera tutta cristiana di approcciarti a noi, che era fatta di carità e di fratellanza, ma, soprattutto di festa. Tu entravi svelta in ogni gruppo e in ogni persona, tagliavi qualunque argomento per fare una battuta di quelle che facevano ridere a crepapelle. Noi ridevamo, ma la tua risata, tra tutte, era davvero inconfondibile -ora la sto sentendo-. Avevi poi occhi per tutti; per esempio, in un momento in cui ero sovrappensiero tu entravi di nuovo svelta per domandare : “Che tieni Robertì”; e io ti raccontavo ogni cosa, ti dicevo alcuni miei segreti perché sapevo che dandoli a te sarebbero stati al sicuro e in custodia. Sì, Maria Teresa, perché la tua vita è stata tutta gioia e tutta premura. Se qualcuno si sentiva perso, tu andavi lì per confortarlo; se stavi in mezzo ai battibecchi, tu, di nuovo svelta, entravi e risolvevi. Tu amavi la concordia, e per questo avevi una maniera tutta cristiana di approcciarti a noi. Eri dentro al paese, ti piacevano tanto i suoi luoghi, le sue piazze, ma con la mente eri al di là delle montagne che ci circondano: la tua sensibilità non si è incontrata con il chiacchiericcio, non ha favorito le discordie, non ha animato mai un pettegolezzo. Nessun stereotipo, nessun giudizio, solo vita come acqua che scorre: sorgente di vita e del divenire, della rigenerazione e, perciò, della gioia.
E così è stato anche l’ultimo pezzo della tua vita: non facevo in tempo a mandarti il buongiorno, che già dovevo rispondere al tuo messaggio; non facevo in tempo a mandarti un cuore che già me l’avevi mandato tu. Tu superavi pure il tempo, come il vento che anticipa e favorisce il movimento delle stagioni. Non so se troverò mai una giustificazione a questo vuoto che ho dentro, misto di rabbia e di tristezza, ma semmai ce ne fosse una è questa: Maria Teresa, mia cara amica, tu eri troppo svelta: anticipavi le mosse, avevi la mente nel futuro ma non dimenticavi mai il passato; godevi il tuo presente e aiutavi noi a godere del nostro. Eri così svelta che cambiavi gli umori in positivo, conoscevi qui tutta la gente, perché sei sempre stata in mezzo a tutte le persone; mai al di sopra, sempre in mezzo e accanto. Ed eri così svelta per la sensibilità che avevi nel darci consigli, nel confortarci, nel proteggerci tutti, nessuno escluso. E sei stata così svelta da andartene giovane e proprio così, nel vento. Così forte che avrai superato ora tutte le porte per giungere a quella della festa di un’altra vita. E se è vero che “Muore giovane chi è caro agli dèi”, possa questo mio abbraccio raggiungerti lì dove sei, e non abbandonarti mai nel ricordo, mia anima bella”.