- Pubblicità -
Tempo di lettura: 4 minuti

Benevento – L’inizio non era stato dei migliori e probabilmente la soluzione Liccardi alla Forza e Coraggio era stata vissuta come quella di emergenza, Squadra giovane, partita in ritardo, con pochissimi tesserati e un direttore sportivo che ha tantissimi contatti ma, inutile girarci attorno, era alla sua prima esperienza dietro la scrivania. Pochi soldi in mano ma Magliulo ha scoperto di avere un certo appeal e la squadra ha preso una sua fisionomia. Il resto lo ha fatto Liccardi, altro che, a dispetto di quante ne hanno dette, ha saputo giocarsi la sua carta nel momento giusto, facendo parlare il pallone sul campo e meno la bocca. Stavolta non dovevano parlare i social, ma il terreno di gioco perchè c’era da tappare la bocca ai tanti che non aspettavano altro che il crollo della Forza e Coraggio. Crollo che non c’è stato e non c’erano dubbi, almeno per chi Liccardi lo conosce bene. L’inizio è stato all’insegna della formazione beneventana che si è calata nella categoria dimenticando i fasti di un tempo, il peso del nome e un palmares di tutto rispetto. La Forza e Coraggio è scesa nel campo difendendo un simbolo, la cosa più importante in una fase di ricostruzione e assestamento.

La nostra passione – così inizia la chiacchierata – il credere in noi stessi, ci ha portato ad essere sempre ottimisti e questa sensazione siamo stati capaci di trasferirla in tutti. Siamo stati sempre veri con i ragazzi e gli abbiamo fatto toccare la realtà senza illuderli mai. Tutti sapevano del nuovo progetto e delle difficoltà e chi ha accettato di venire da noi lo ha fatto per scommessa e devo dargli atto che hanno avuto il coraggio di mettersi in gioco fino a convincersi giorno dopo giorno che la realtà poteva modificarsi dando un po’ di più. E alla fine ci sono riusciti”.

L’inizio è stato di quelli impensabili, tanti punti messi insieme, un pieno di autostima e una convinzione che è aumentata sempre di più. Punti che fanno classifica ma ciò che ha avuto il peso maggiore è l’atteggiamento che la squadra ha saputo mostrare.

Sinceramente non mi aspettavo di stare dove siamo attualmente. A loro ho sempre detto che dobbiamo lottare come una che deve salvarsi, scegliere quando e come lottare perchè, in alcune circostanze, dobbiamo anche capire con chi possiamo fare punti. Qualcuno ha anche storto la bocca quando ha sentito certi discorsi ma alla fine tutti si sono calati nella realtà e hanno capito che potevano ottenere qualcosa solo attraverso la lotta“.

Vincere aiuta a vincere, questa è una delle leggi più antiche che ci siano nel mondo del calcio, almeno stando all’aspetto psicologico. Certo, una mano l’ha data anche il calendario che ha messo di fronte ai beneventani formazioni in fase di costruzione. Ma tutto ciò non sminuisce di certo quanto fatto dalla squadra.

Un po’ ci ha agevolato anche il calendario, inutile nasconderlo. La vittoria contro la Viribus ci ha dato la linfa giusta ma sapevamo che non dovevamo fermarci a quella partita. Il test importante è stato quello col Gesualdo, squadra che ha i nostri stessi obiettivi. La prestazione contro gli irpini e la vittoria mi hanno fatto capire che il mio messaggio era arrivato. Poi c’è stata la sfida col Carotenuto e li c’è stata la rabbia per un approccio sbagliato ma comunque non abbiamo perso. Tante cose messe insieme che ci hanno consentito di poter rivedere qualcosa nella nostra preparazione, non nell’obiettivo. Ora vogliamo essere più brillanti per cercare di giocarci le nostre possibilità nella parte sinistra della classifica. Questo inizio di stagione ci ha fatto capire che possiamo salvarci con tranquillità, ma non vogliamo perdere il treno che ci tiene lì, agganciati alla parte alta”.