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Cosa vi aspettate dalla politica?”. E’ l’interrogativo che Forza Italia rivolge a imprenditori, sindacati, terzo settore, associazioni professionali, forze dell’ordine, rappresentanti istituzionali e del mondo dell’università e della scuola. Realtà riunite a palazzo Paolo V per la giornata di ascolto e confronto promossa dal partito azzurro verso gli stati generali utili alla definizione del programma di governo.

Occupazione, pressione fiscale, immigrazione, ambiente, sanità, sicurezza, autonomie locali. Questi i temi che saranno affrontati nei cinque tavoli di confronto inaugurati questa mattina e in programma fino a alla serata odierna, con tanto di diretta curata da Radioradicale. Alla padrona di casa, Nunzia De Girolamo, – che intanto dà il benvenuto nel centrodestra alla la versione 2.0 dell’Udeur: “L’alleanza di Benevento continua anche a livello nazionale” – il compito di aprire e chiudere la kermesse.

Il momento clou, però, il meeting forzista lo ha già vissuto quando erano da poco trascorse le 10.30 e lo schermo ha trasmesso il videomessaggio di Silvio Berlusconi.

Otto minuti di intervento, con Benevento protagonista della parte centrale. “Cari amici del Sannio, voi avete più ragione degli altri di essere delusi dalla vecchia politica. Il vostro territorio è stato messo in ginocchio due anni fa da una terribile alluvione che ha danneggiato e distrutto molte imprese. Siete stati capaci di risollevarvi con le sole vostre energie, con la forza di una gente fiera che sin dall’antichità si è fatta onore per tenacia e spirito combattivo, come la storia ci insegna”.

E al popolo sannita che “più e con maggiore valore rispetto ad altri” ha resistito alla conquista romana, l’ex presidente del Consiglio oggi chiede di resistere “a un vecchio comico”.

In effetti, se i temi sono degli evergreen del racconto berlusconiano – dalla rivoluzione liberale all’oppressione fiscale passando per la magistratura politicizzata-, la novità della propaganda del fondatore di Forza Italia sta tutta nell’avversario da sconfiggere.

Rimosso il pericolo comunista, la nuova discesa in campo è contro “il pauperismo, l’invidia sociale e il giustizialismo dei grillini”. “Persone che mai hanno lavorato in vita propria – ribadisce più volte – e che non hanno mai amministrato neanche un condominio oggi si candidano a governare il Paese con ricette che massacrerebbero la nostra economia e in particolare il ceto medio”.

Non una sfida a tre, dunque, bensì un duello: “Il bivio è chiaro, o noi o i cinque stelle”.

Con buona pace del Partito Democratico, evocato esclusivamente al passato, come protagonista “del fallimento degli ultimi quattro governi non eletti dal popolo” e “della scomparsa del Sud dall’agenda politica”.