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Condividiamo certamente alcune delle preoccupazioni espresse da Contrade insieme. Ribadiamo, altresì, che le produzioni agro-alimentari restano un asset fondamentale dell’economia cittadina e il settore primario ha tutto il nostro sostegno. Tuttavia per ciò che concerne gli impianti fotovoltaici l’Amministrazione deve attenersi al contesto normativo che ne limita fortemente la facoltà discrezionale. L’autorizzazione spesso è un atto dovuto”, lo scrive in una nota la consigliera delegata alle Contrade Loredana Iannelli.  “In particolare – continua Iannelli –  i vari Decreti PNRR hanno progressivamente semplificato le procedure relative ai progetti, che ricadono nelle aree idonee e contemplate nell’ambito di piani o programmi già sottoposti positivamente a valutazione ambientale strategica (VAS). Le normative vigenti hanno, inoltre, semplificato le procedure di installazione degli impianti fotovoltaici ubicati in aree agricole, quando sono posti al di fuori di aree protette o appartenenti a Rete Natura 2000 e posti nelle aree idonee e nei limiti consentiti dalle eventuali prescrizioni se posti in aree soggette a vincoli paesaggistici diretti o indiretti. Tali impianti sono considerati manufatti strumentali all’attività agricola e sono liberamente installabili. Esistono dei paletti e divieti. Tra gli altri citerei il divieto al fotovoltaico nelle aree agricole interessate da produzioni agricolo-alimentari di qualità (produzioni biologiche, produzioni D.O.P., I.G.P., S.T.G., D.O.C., D.O.C.G., produzioni tradizionali) e/o di particolare pregio rispetto al contesto paesaggistico-culturale. E’ evidente che laddove i requisiti normativi manchino, il Comune oppone il diniego in Conferenza dei servizi. Ma non si può oltrepassare questa linea: l’Ente non può non agire sempre nel rispetto pieno delle leggi esistenti”, conclude Iannelli.