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Siamo ovunque ma non contiamo”. Parte da questa considerazione il racconto dell’evento che si è tenuto ieri pomeriggio nella sala de ‘La Perla’, luogo prescelto per l’esordio di FuturUp, neonata associazione presieduta da Nico Ciampa, organizzazione culturale per la valorizzazione del territorio e senza alcuna finalità politica.

Sala gremita, il tema da trattare ha fatto da richiamo per tante persone, specialmente quelle che ‘sono ovunque ma non contano’, le donne.

A loro è stato dedicato l’incontro, donne sempre più presenti che, però, fanno difficoltà a imporsi in determinati campi, non valorizzate o comunque costrette a dover sudare più del normale per raggiungere un sogno, che sia di vita o di lavoro.

Il mondo nell’accezione femminile deve fare ancora tanto, deve combattere ancora, nonostante ci si prodighi ad allineare i due pianeti, maschile e femminile. Nei fatti, l’allineamento non esiste. I motivi? Vari e disparati. Di sicuro si tratta di una questione culturale, un retaggio antico da abbattere che vede la donna relegata a mansioni da mamma piuttosto che da professionista capace di imporsi per capacità e non perchè ‘spinta’.

Un tema ambizioso quello di FuturUp che decide di entrare nel panorama dell’associazionismo a ‘gamba tesa’, attraverso considerazioni, numeri e racconti che non lasciano indifferenti. Se ne deve parlare sempre per mantenere alta l’attenzione ma, d’altro canto, parlarne sempre significa che il problema non è superato.

Tanti anni e siamo ancora in un campo vuoto – ha cominciato Maria Annunziata Forgione, direttore responsabile della testata Sannio Matese Magazine e coordinatrice dell’evento – con differenze che sono ancora esistenti. Ci troviamo ad affrontare statistiche impietose sotto tutti i punti di vista. Donne non autonome e non indipendenti, in un disagio sociale che porta a vivere un doppio rischio: la violenza verbale e contratti di lavoro che hanno poco di pari opportunità. Nel mio campo ad esempio, quello del giornalismo, ci troviamo ancora di fronte a un mondo al maschile. Questo incontro non vuole avere, pero’, l’idea di definire una superiorità di un genere sull’altro. Ha solo la definizione di una donna che ha una sensibilità diversa rispetto agli uomini. Donne pronte a continuare una battaglia nella speranza che siano sempre più formate e informate”.

Pari opportunità a parole, nei fatti questo non accade, violenze verbali, specie nel grande mondo dei social e condizioni economiche dispari. C’è tutto questo in un battaglia che vede FuturUp in campo con ambizione e con la consapevolezza di dover navigare in un territorio che, purtroppo, si presta ancora a diversificare i sessi, un po’ per una concezione culturale che non decolla, un po’ per convenienza.

C’è sempre un certo fastidio quando si parla di parità dei sessi – così ha esordito Giovanna Megna, presente in rappresentanza dell’Ordine degli Avvocati. Se si lancia un messaggio del genere si nota l’imbarazzo e la resistenza e questo forse è il frutto di un grande inganno: la differenza tra il percepito e la realtà. E’ vero, le donne sono ovunque, ma bisogna capire come e dove. Siamo abituati a percepire il mondo in maniera maschile. Basti pensare agli abiti da indossare in determinati ambienti. Per non parlare della politica. Al capo del Governo e al capo dell’opposizione ci sono due donne, ma resta una minoranza. Se poi ci spostiamo a Benevento, il dato è ancora più triste. Dopo anni è stata eletta una donna nel Consiglio provinciale. Parliamo di elezioni in cui la politica elegge se stessa e questo ha un solo significato: se la politica deve scegliere, sceglie un uomo”.

Donna e politica, donna e lavoro. Un percorso che fatica ancora a vedere la discesa. Sembra una montagna della quale si vede una cima lì a portata di mano ma mai raggiungibile. Quasi un miraggio.

Abbiamo ottenuto tante conquiste – continua Anna Pezza, direttrice di Confindustriama dobbiamo continuare a parlarne altrimenti passeranno altri secoli prima di festeggiare nuovi obiettivi. Non è pensabile che la donna debba rimanere ancora a casa, non è possibile pensare che non si possa essere mamme e professioniste allo stesso tempo. Le donne hanno un livello motivazionale più alto, perchè hanno più fame. Se non cambia l’approccio culturale alla base di questo distinguo, sarà difficile vincere la battaglia”.

Parole importanti che fanno da apripista al discorso portato avanti da Francesco Nardone, responsabile delle relazioni istituzionali di Futuridea.

Non è un tema di genere, questo è un tema di sviluppo generale perchè le donne rappresentano il cambiamento totale. Il modello che stiamo portando avanti in questo momento è insostenibile se si continua su questa strada, su un distinguo che non giova e che, per certi versi, contribuisce al rallentamento nella riduzione di un gap intollerabile. Le donne studiano di più, si laureano prima ma non riescono a entrare nel mondo del lavoro perchè incontrano troppi ostacoli”.

Io sono uno dei cervelli che ha lasciato la sua terra – così ha preso la parola Lucia Caruso, scrittrice e docente. Quando ho finito il mio percorso non c’erano cattedre per me. Alla fine sono contenta di averlo fatto. Siamo costrette a sfidarci e metterci in gioco continuamente. Non possiamo fare carriera perchè uno degli ostacoli maggiori è l’essere mamma. Ci penso a questa considerazione e poi mi chiedo, ma l’uomo non diventa padre? Se siamo uguali, come tutti si sforzano di dire, perchè è la donna a dover pagare? La carriera dell’uomo non si arresta, quella della donna sì. Questo nel lavoro, nella politica esiste quella ‘quota rosa’ che non è una vittoria conseguita, è un’umiliazione. La donna deve ottenere qualcosa perchè ne è capace, perchè ha lavorato per farcela e perchè ha cominciato a combattere per non fare in modo che l’essere donna sia un handicap. La mia storia parla chiaro: se fossi stato un uomo forse sarebbe stato tutto più facile. Alla fine ce l’ho fatta comunque senza che qualcuno mi regalasse qualcosa. Solo grazie a una volontà ferrea e alla convinzione che potevo farcela”.

Giù applausi e anche qualche lacrima da parte delle donne e degli uomini presenti. La crescita di un territorio come quello sannita passa attraverso lotte del genere. Una valorizzazione territoriale che FuturUp ha messo nel proprio mirino e per riuscirci ha cominciato dalla battaglia più antica e difficile da vincere. Ma lo ha fatto con la convinzione di insinuare almeno il dubbio nella generazione attuale e di eliminarlo in quella futura.