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Dopo le accuse dell’Atletico Brigante in merito ai cori ‘razzisti’ di qualche spettatore sul campo di Tocco Caudio, arriva pronta e ferma la risposta del Gianni Loia, che chiarisce alcuni aspetti di una vicenda che resta molto triste. Le parole, forti e determinate, arrivano dal dirigente della compagine tocchese, Rocco Cesare: 

“Mi spiace che al giorno d’oggi ancora si scrivano ca**ate immani. Noi giocavamo in casa e venivamo, oltre che scalciati disumanamente, minacciati a più riprese. Ma dove si vedono personaggi in campo che cercano lo scontro fisico in ogni azione, si presentavano sempre minacciosi e a muso duro. Detto ciò, noi fino alla stagione scorsa abbiamo avuto ragazzi di colore con noi, ragazzi educatissimi e simpaticissimi in campo e fuori, cosa che non ho ravvisato nei ragazzi dell’Atletico Brigante (chiaramente non tutti).

Se qualche ragazzino dagli spalti ha urlato qualche becera ca**ata, di certo non si può generalizzare. Come noi non generalizziamo sul fatto che i vostri tesserati alzavano il dito medio verso gli spettatori, e questo a più riprese. Non mi sembra che nel vostro post sia annoverato il famoso “terzo tempo” dove abbiamo offerto panettone, spumante, birra e tanta cordialità. Non usate questi argomenti per farvi pubblicità (pessima a mio avviso). Noi cercheremo di educare e sensibilizzare tutti i nostri tifosi (non che ce ne sia bisogno), voi dovreste fare altrettanto con i vostri atleti di colore in quanto in campo, durante i 90 minuti, hanno dato ampio sfoggio di una pessima cultura sportiva e sociale. Vi piangete addosso anche nelle vittorie, siete più unici che rari, e noi siamo stati, probabilmente, troppo tolleranti verso certi atteggiamenti. Detto ciò, onore comunque al vostro impegno, onore al Gianni Loia e onore ai suoi splendidi tifosi”.