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Giornalisti e giornalai. Quante volte è stata fatta questa distinzione in senso spregiativo. Praticamente sempre. Un distinguo che, guarda il caso, nasce quando si va a toccare qualcuno e si decide di non essere accondiscendenti, altrimenti si viene trasformati in un attimo nei migliori scrittori possibili.

Un gioco onestamente antipatico, specie per chi questo lavoro prova a farlo con passione e con uno scarso ritorno.

E quando a fare questa distinzione è la gente comune ci può anche stare, la si accetta e si passa avanti. Quando questo distinguo, invece, viene fatto da esponenti della politica, beh un po’ fa sorridere. Non ci sentiamo, ovviamente, toccati nello specifico. Ci sentiamo toccati come appartenenti alla categoria, senza distinzione di bandiera e testata.

Essere definiti ‘giornalai’ in sede di Consiglio Comunale per aver riportato un comunicato col più classico e giusto dei ‘riceviamo e pubblichiamo’, avendo verificato se ci sono i termini per la pubblicazione di una notizia che, è bene ricordarlo, è stata data da Il Fatto Quotidiano prima ancora che dai ‘giornalai’ sanniti.

I gettoni di presenza, evidentemente, sono tema sensibile: quando si vanno a fare i conti in tasca si diventa suscettibili ma non vogliamo entrare nel merito della questione, per il corretto comportamento si deve tenere conto della propria coscienza, in primis.

Entriamo in un’altra questione: quando si inviano decine di comunicati nei quali si esprime un parere, si ribatte a qualcosa o si invita a iniziative a chi vengono inviati? A giornalisti o giornalai? Ma soprattutto, perchè vengono inviati se poi c’è questa considerazione? 

Giova ricordare che senza la categoria dei ‘giornalai’, queste persone vivrebbero nel silenzio più totale e questo lo sanno bene anche loro. Coerenza vorrebbe non affidarsi a persone di cui non si ha stima ma di cui si ha evidente bisogno per avere un ‘megafono’ per una voce altrimenti flebile.

Non accadrà mai, ma a questo punto ci si aspetta che non ci siano più piogge di comunicati e soprattutto di inviti a iniziative: che brutta figura sarebbe circondarsi di giornalai e pennivendoli?

Grande, ma sappiamo bene anche come andrà a finire: la politica beneventana avrà sempre bisogno dei ‘giornalai’ altrimenti il tutto si trasformerà nella classica ‘predica’ nel deserto.

A conti fatti, se questa è la considerazione, sono i giornalisti locali a sbagliare nel dare voce a tutti. Per fortuna, poi, sono gli stessi politici a intervenire per aiutarci ad aprire gli occhi e capire bene a chi dare spazio e chi invece può essere altamente ‘fumoso’. Ecco, apriamo finalmente gli occhi, il fumo va fatto uscire dagli spazi chiusi, quelli che accolgono i ‘giornalai’. Mai come stavolta dovrebbe essere la categoria a entrare in silenzio stampa nei confronti di determinati personaggi.