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Benevento – Ne ha viste di tutti i colori, ha avuto il modo di godersi ogni singolo istante del suo amato Benevento. E questo fino a quando ne ha avuto la possibilità e fino anche il corpo gli ha permesso di poter prendere il suo solito posto in tutte le strutture che hanno ospitato la squadra giallorossa, che sia stato Meomartini o Santa Colomba prima e Vigorito poi. Si è spento poco prima di raggiungere l’incredibile traguardo delle cento candeline Guerino Pietraroia, nella sua abitazione in via Arcivescovo Pacca, il decano dei giornalisti sanniti, punto di riferimento per quanti hanno, poi, deciso di intraprendere questo tipo di percorso.

Fonte di tanti aneddoti, storie del Benevento che fu, uomo buono e attento conoscitore del calcio e della realtà vissuta, Pietraroia ha avuto la possibilità di poter vedere la squadra del cuore dalle categorie più basse fino alla tanto desiderata Serie A. Esperienze anche in tv, famosi i suoi racconti quando ha avuto la fortuna di lavorare in Rai, preziosi i suoi consigli verso i giovani e non solo.

C’era prima della nascita del Benevento, c’era ai tempi della Sanvito, c’era ai tempi del cambio di colori sociali, dal giallo con la banda blù, al rosso argento allo storico giallo e rosso. C’era in ogni categoria, in ogni momento bello, in quelli controversi (presunte combine e rigori sbagliati di proposito per mancate promozioni), c’era nei famosi scontri tra tifosi col Bari, quelli raccontati da tante persone. E c’era tra i pochi nella famosissima sfida dei 68 spettatori, quel Benevento – Solofra che, stando al racconto della gente, era stato giocato davanti a 20mila persona. In molti, ovviamente, non c’erano e non ci sono mai stati, il buon Guerino sì.

C’era, c’è sempre stato, ma il potere di un personaggio del genere è quello di continuare a esserci anche dopo questa triste giornata. Vivere nel ricordo, nella passione e nel suo sorrisi, tutte cose che la gente comune e tifosi porteranno sempre nel proprio cuore.