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Benevento – Erano stati scelti per aiutare il Benevento a raggiungere la salvezza nel suo primo campionato di serie A. Speranze naufragate e carriere che hanno preso strade diametralmente opposte, nonostante entrambi fossero legati al giallorosso. Da una parte Massimo Coda, dall’altra Pietro Iemmello. L’Hispanico ha salutato lo scorso 30 giugno la Strega, contratto scaduto e addio dopo aver ottenuto la matematica promozione. Lo Zar ha invece dovuto cercare fortuna altrove, prima a Foggia e poi a Perugia, complice un feeling mai scattato con la piazza sannita. In Umbria è rinato ma a fine stagione farà ritorno al Benevento, in virtù di un obbligo di riscatto che difficilmente si concretizzerà (promozione in A) e di un contratto che lo lega al club di via Santa Colomba fino al 2021. Sarà solo di passaggio, perché il destino di Iemmello lo porterà ancora lontano dal Sannio. L’ottima annata vissuta a Perugia e i 18 gol messi a segno (con ancora 5 turni da disputare) ne hanno fatto lievitare le quotazioni. L’attaccante di Catanzaro sarebbe finito nel mirino del neo promossa Monza, la stessa squadra alla quale sembrava destinato Massimo Coda. Una pista che si è però raffreddata, con i brianzoli che hanno iniziato a sondare altri e diversi profili. Tra questi, per l’appunto, quello di Pietro Iemmello, tanto che ci sarebbe già stato un incontro tra Adriano Galliani e Davide Lippi, procuratore del 28enne. Il figlio dell’ex ct Marcello Lippi, tra l’altro, cura gli interessi di Luca Caldirola, difensore che il Benevento vuole tenersi stretto rinnovandogli il contratto. Potrebbe essere quella l’occasione per sottoporre a Pasquale Foggia e alla dirigenza giallorossa l’offerta dell’ambizioso Monza. Voci di mercato che vedono protagonisti due ex compagni di squadra che in giallorosso sono riusciti a disputare insieme la miseria di 130 minuti (72 dei quali solo contro il Torino il 10 settembre 2017). Le rispettive carriere sono scivolate via diversamente e adesso le strade del mercato potrebbero mettere contro i due attaccanti. Le porte del Monza difficilmente si spalancheranno per entrambi. O no?