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Una vittoria costruita sulla mente. Filippo Inzaghi torna sullo storico successo dell’Allianz Stadium contro la Juventus ed esalta Adolfo Gaich, giustiziere dei bianconeri. L’allenatore del Benevento ha parlato ai microfoni del Corriere della Sera raccontando quella che è stata la genesi del trionfo torinese: “Venivamo da un momento molto difficile, ho provato solo a dare fiducia e serenità. Ci sono riuscito attraverso i numeri, ho ricordato alla squadra gli otto record stabiliti in serie B. E allora perché non avremmo dovuto crederci? Sia chiaro, avrei firmato per un pareggio. I giocatori sono andati oltre la mia immaginazione”. 

Sul modulo Superpippo ha ammesso di non avere avuto tanta scelta, visti gli infortuni e le squalifiche. “Non mi va di fare il fenomeno e parlare di gara vinta tatticamente. Il nostro è un mestiere strano, se vinci sei un genio e se perdi non capisci niente. Ho deciso di difendere a tre perché non avevo terzini, quindi ho messo Improta e Foulon come quinti di centrocampo. Volevo che i miei fossero compatti ma anche propositivi, perché se avessimo badato solo a difenderci non avremmo resistito a lungo”

Solo elogi per il match winner Adolfo Gaich: “E’ un giocatore forte perché ha potenza e velocità, e perché parla poco e lavora tanto. Non è ancora al top della forma, deve crescere, ma devo dire che il direttore sportivo Foggia è stato bravissimo a volerlo. Per caratteristiche mi ricorda Lewandowski”. 

Tra i tantissimi messaggi e tributi ricevuti ce n’è uno che Superpippo ha apprezzato particolarmente: “Mi ha fatto piacere il gesto di Andrea Agnelli, che è venuto negli spogliatoi dopo la partita. Mi hanno chiamato mentre ero sotto la doccia, voleva salutarmi e complimentarsi. Lo conosco da una vita ma mi metto nei suoi panni. Dopo una sconfitta con il Benevento magari hai voglia di andartene subito dallo stadio, invece lui è stato un gran signore”

Dopo la partita c’è stata anche l’occasione di parlare con Pirlo, compagno di mille battaglie da calciatore: “Sono stato un po’ con lui, non ha bisogno dei miei consigli ma gli ho detto di stare tranquillo perché sono passato anche io da momenti difficili. Il nostro mestiere è così, devi farti scivolare addosso le critiche. Se al Real discutono Zidane che ha vinto tre Champions e a Liverpool criticano Klopp, allora va bene tutto”. 

Il contratto in scadenza a giugno sembra non essere un problema, almeno in caso di salvezza: “Penso solo a questo nostro scudetto che dobbiamo conquistare, la salvezza. Poi sicuramente parleremo, ma qui sto benissimo. Mi mancava un’esperienza al Sud, il calore della gente è pazzesco e io mi nutro di questo”.