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Il Primo Maggio è già un ricordo. Giusto il tempo di riporre nel cassetto le bandiere a festa, ribattere gli ultimi appelli a fare di più e meglio per il futuro, ed ecco arrivare i numeri a fotografare senza veli la realtà lavorativa del Sannio.

A rovinare le celebrazioni è il rapporto di Manageritalia che con AstroRicerche ha esaminato i dati Istat 2017 rispetto ai territori. Numeri che nella sostanza non mutano il quadro già tracciato di recente dal dossier curato da LaStampa.it ma che aggiungono ulteriori e significativi elementi di preoccupazione e sconforto.

Nella classifica per provincia del tasso di occupazione fatto segnare nel 2017 (il riferimento è la fascia di età 15-64 anni) Benevento si guadagna la posizione numero 96 (su 107), lasciandosi alle spalle soltanto Enna, Caserta, Catania, Agrigento, Trapani, Crotone, Napoli, Palermo, Caltanissetta, Foggia, Reggio Calabria.

La percentuale di occupati nel Sannio, infatti, è del 41,4%, con il dato maschile (48) di gran lunga superiore a quello femminile (34,9).

Un risultato figlio del calo riscontrato nell’ultimo decennio. La graduatoria del tasso di occupazione dal 2007 al 2017, infatti, colloca la provincia di Benevento alla penultima posizione. In parole povere, soltanto Imperia ( -8,4) fa registrare numeri peggiori dei nostri (8,4).

Dove proprio non ci batte nessuno, purtroppo, è sull’occupazione giovanile. Un privilegio per singoli più che un diritto di tutti.

Soltanto il 32,9% dei ragazzi sanniti compresi nella fascia d’età 24-34 anni ha un’occupazione. Un dato mostruoso. Soprattutto se comparato a quello dei cugini irpini. Ad Avellino, infatti, la percentuale di giovani occupata è del 52,8%. Venti punti percentuali di scarto. Oltrepassi il confine tra le due province interne della Campania e metti piede in un mondo diverso.

In questo caso è in controtendenza anche il rapporto tra generi. Più facile per le giovani donne (35,1) che per gli uomini (30,3) trovare un posto di lavoro.

E’ sempre stato così, si dirà. Mica è vero. Nel 2007 l’occupazione giovanile nella provincia beneventana era al 48%. Ad Avellino l’asticella saliva fino al 59%. La crisi, dunque, ha colpito tutti ma in dieci anni la distanza tra Sannio e Irpinia è raddoppiata.

Di questo passo, ancora un decennio e il Primo Maggio assumerà il significato di una rievocazione più che di una festa.