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“Il dado è sempre più tratto. Si riparte con la rifondazione Udeur/Mastella”. Il ritorno del Campanile sembra cosa fatta. Una suggestione che nelle ultime settimane ha preso sempre più corpo, fino a diventare ipotesi probabile.

Ma in vista delle oramai imminenti elezioni politiche, un’altra suggestione, certo più affascinante, comincia a farsi spazio. E ancora una volta Clemente Maslella ne è il protagonista.

Sempre di operazione nostalgia si tratta. Ma è un vintage d’autore. Perché riporterebbe sulle schede elettorali un simbolo che ha fatto la storia di questo Paese: lo scudocrociato. Quello originale, però. Nulla a che vedere, insomma, con le imitazioni comparse negli ultimi decenni.

Il ritorno della Democrazia Cristiana. A lanciare l’indiscrezione è l’Huffington Post.

Siamo d’accordo: non è la prima volta che se ne parla. Ma oggi a sponsorizzare l’iniziativa sarebbe direttamente Silvio Berlusconi.

Nelle intenzioni dell’ex premier, la Dc rappresenterebbe la quarta gamba del centrodestra. La carta giusta per calare il poker con Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia.

Un discorso ben avviato. “Questa volta – scrive Huffpost – pare che si faccia sul serio: perché è esattamente di questo che mercoledì ad Arcore sono andati a parlare il segretario dell’Udc Lorenzo Cesa e il presidente di Rivoluzione cristiana, Gianfranco Rotondi. Ricevendo la benedizione di Silvio Berlusconi (davanti al “notaio” Niccolò Ghedini)”.

“E anche se ieri non era fisicamente presente, – si legge ancora – dell’operazione fa parte anche Clemente Mastella che con il leader di Forza Italia ha già avuto modo di parlarne in separata sede”.

C’è anche un virgolettato del sindaco di Benevento: “Sarebbe auspicabile. Esistono le condizioni – il commento di Mastella – per creare qualcosa in grado di tenere insieme chi rivendica questa appartenenza da anni”.

Il racconto dell’Huffington Post, di fatto, sembra confermare indirettamente pure l’indiscrezione circolata con insistenza nei giorni scorsi di un incontro a Villa San Martino tra Mastella e Berlusconi. Circostanza su cui, sollecitato dai cronisti, l’inquilino di palazzo Mosti ieri ha invece glissato: “Sì che sono stato a Milano ma per incontrare il mio amico Della Valle”.

Ma detto della sponsorizzazione del Cavaliere, l’operazione appare praticabile anche per un’altra ragione.

A spiegarla, nella puntata di ‘Un giorno da pecora’ che andrà in onda oggi alle 13.30 su Rai Radio 1, è stato Gianfranco Rotondi: “La Dc è stata presente in Parlamento l’ultima volta nella legislatura del 2006, ed io ne ero il segretario. Un mare di gente mi aveva fatto causa, perché secondo loro non avevo diritto, e me ne ero anche scordato”. Adesso invece cosa è successo? “Mi è arrivata una notifica degli atti giudiziari, che mi comunicava una sentenza di vittoria in appello sul diritto all’uso del nome Democrazia Cristiana”.

Quindi alle prossime elezioni lei si presenterà come Dc? “E che le devo dire – ha detto a Rai Radio1 – se alla vigilia delle elezioni mi arriva una sentenza del genere, io sospetto che sia un segno della provvidenza”. Quindi alle prossime elezioni lei vuole usare simbolo e nome della Dc? “Io vorrei usare l’uno e l’altro”, ha concluso a Rai Radio1 Rotondi.

Per l’esponente politico irpino, due sono le condizioni che darebbero senso all’iniziativa: “La prima è che sia aperta a tutti quelli che in questi anni hanno rivendicato l’appartenenza alla Dc senza alcuna esclusione o pretesa di primazia, la seconda è che la lista non sia formata da vecchie glorie ma da giovani e donne”.

Due condizioni che Clemente Mastella soddisfa di partenza.

Pure quest’altro dado, dunque, appare “sempre più tratto”.