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Benevento – Un quadro. Rischia di essere questa l’ultima immagine giallorossa di Nicolas Viola. Gli scatti pubblicati sui social lo ritraggono con l’opera dell’artista sannita Roberto Scognamiglio (in arte ScognArt), che ha impresso su tela la classica esultanza del numero dieci, ormai vicino all’addio al Benevento. 

Non sono bastati i cinque gol segnati quest’anno a condurre la nave di Inzaghi nel porto sicuro della salvezza. Neppure i tre assist si sono rivelati determinanti, con l’aggravante di un ruolo da protagonista – o meglio da vittima – nell’episodio più discusso della stagione (il fallo in area ai suoi danni di Asamoah). Se non ci saranno ribaltoni, il regista calabrese lascerà con una delusione dopo cinque stagioni di ottimo livello all’ombra della Dormiente

Due promozioni in A, due retrocessioni in B e una semifinale play off persa contro il Cittadella. In tutte le annate è stato tra i migliori, spesso capitano, nonostante alcuni momenti difficili da superare come accaduto proprio quest’anno, quando il debutto stagionale in coppa Italia del 28 ottobre aveva lasciato presagire un impiego più assiduo già nel girone di andata. Un’attesa non rispettata a causa di nuovi guai fisici e di recuperi sempre affannosi. 

Ha provato a dire la sua dopo il giro di boa, Viola, ma quando ha brillato si è ritrovato avvolto dal buio circostante, perduto in un’amara solitudine. La storia d’amore con la Strega è durata lo spazio eterno di 118 gare in cui è riuscito a mettere a referto 23 gol e a servire 26 assist. Gli ultimi rumors lo vorrebbero come primo obiettivo della Salernitana, appena tornata in A, ma c’è da segnalare anche l’interessamento di Cagliari e Torino.

C’è già stato un tempo in cui il passo d’addio pareva dietro l’angolo. All’epoca fu il Chievo a fargli la corte proponendogli la A, dopo la retrocessione del 2018. Ma prevalsero la voglia di restare e le intenzioni della società, senza contare che il contratto sarebbe scaduto un anno dopo, e non a distanza di una manciata di giorni come propone l’attuale situazione. Da allora sono trascorsi tre anni, la carta d’identità del regista ne riporta 31 e anche il contesto è abbondantemente variato. Solo il calciomercato – come al solito imprevedibile – emanerà la sentenza definitiva, ma la sensazione è che quel quadro non sia solo un regalo, ma l’ultimo riflesso di Viola su una città che lo ha amato sin dal primo giorno.