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Riceviamo e pubblichiamo una nota di Cosimo Rosiello, fratello di Antonello, 41 enne imprenditore della pasta ucciso la notte del 25 novembre 2013 con due colpi di pistola alle spalle. Per l’omicidio, la Corte d’Assise di Benevento ha condannato Paolo Messina, chiamato a scontare una pena di 25 anni. Di Messina, però, si sono perse le tracce dal giorno della sentenza.  

Comprensibili, dunque, delusione e frustrazione dei familiari di Antonello Rosiello. Sentimenti che Cosimo ha affidato a una penna. Ecco le sue parole:

Quando leggi, ” La Legge è uguale per tutti” ti senti tranquillo, ti affidi alle istituzioni, può mai essere che chi deve far rispettare la Legge non sappia fare il suo lavoro ? È lo Stato, ma che fai, non ti affidi alle istituzioni ? Purtroppo non è così, o forse nel nostro caso non è stato così! Tutto è cominciato con la decorrenza dei termini, eh si, perché a Benevento ci sono omicidi e decessi violenti tutti i giorni. Come si fa a redigere il verbale dell’autopsia. Come si fa in 365 giorni come si fa in 8760 ore ??? Le istituzioni in questo caso che hanno fatto ? Nulla. Hanno solo dato la possibilità di preparare in tre anni di libertà una eventuale fuga, un eventuale bunker in città o forse a casa sua, avrebbero dovuto capirlo da quando è stato beccato con i soldi in macchina o quando era fuori città, che era un personaggio ed era pronto a darsi alla fuga. Ma no le istituzioni no non possono pensare. Il giorno della sentenza l’omicida non era in aula! Secondo voi si è pensato di andarlo a prendere o di controllare la sua residenza ? Ma daiii ma perché ? Ma lo sapete che tutte le udienze sono state affrontate con la presenza dei parenti del Messina, a volte, molte volte al nostro fianco, senza M A I la presenza di un poliziotto. Roba da matti. Solo la voglia matta di avere giustizia ha fatto in modo che non accadesse in aula, nulla di insensato. Tutti impegnati, mah. E allora ? Ci saremmo dovuti aspettare una sentenza esemplare ? Una persecuzione del crimine ? Incoerenza ed incapacità sono le uniche parole che ricorderemo di questo triste episodio. Però sappiamo che siamo nel giusto, siamo cambiati, oggi ci rivolgeremo ai media Nazionali, è quanto possiamo fare, perché forse ci aspettavamo uno sviluppo nelle ricerche diverso da quanto si sta facendo, pari a zero. Diffonderemo le stranezze di questa causa, sin dall’inizio. Oggi ci siamo rotti di quanto succede o meglio che non succede. Con questa lettera ci teniamo solo a far conoscere il nostro sdegno per come è evoluta tutta questa storia e gestita con le bende agli occhi“.