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Quattrocento volontari saranno al PalaParente, nel Rione Ferrovia, il prossimo 11 febbraio per un corso di  formazione per manovre di primo soccorso e uso dei defibrillatori comunali. Saranno 20 gli istruttori che effettueranno lezioni pratiche e teoriche. Questi numeri danno la misura di quello che è un Corso di formazione che può essere indicato come il primo e più grande evento del genere per tutto il Mezzogiorno. L’obiettivo di questo sforzo organizzativo è ovviamente quello di mettere in campo misure adeguate per dare una risposta al dramma che si consuma quotidianamente, con il dato agghiacciante di 50 mila morti improvvise da infarto al miocardio: insegnare a mettere in campo, in caso di emergenza, anche da parte di chi non è laureato in Medicina e nemmeno in Infermieristica, manovre anti soffocamento soprattutto per i bambini.
Benevento si sta attrezzando per essere “cardioprotetta” e oltre ai sei apparecchi salva-vita installate in altrettante zone della città e zone rurali, quelle più distanti dagli ospedali, questa mattina la città ha ospitato un evento che per il momento è solo la presentazione di un Corso di Formazione che, tuttavia, è destinato ad avere un grande impatto nella vita sociale di tutti i giorni. Istituzioni e Associazioni si sono mobilitate e stanno facendo molto per conseguire alcuni risultati importanti e significativi sotto questo profilo. Il Corso di formazione, per l’appunto, è uno di questi importanti appuntamenti.
Il sindaco Clemente Mastella ha sottolineato: “Possiamo contribuire a salvare una vita e ritengo fondamentale questo percorso. La sanità ha problemi, bisogna coniugare medicina del territorio e medicina  ospedaliera per superare le criticità che oggettivamente esistono”.
Il promotore di questa iniziativa, il consigliere con delega alla Sanità, Luca de Lipsis, una persona che, in quanto medico, è nella vita privata un addetto ai lavori, ha sottolineato come Benevento punta ad essere sempre più una città cardio protetta.
E’ intervenuto poi Ciriaco Pedicini, il responsabile del 118 sul territorio provinciale, che ha detto: “Il nostro lavoro è importante, ma molto spesso non basta. Quindi è fondamentale diffondere queste iniziative. Quando l’ossigenazione manca al cervello può creare seri problemi alla persona e allora questo progetto è di estrema validità per poter allontanare le paure e creare una rete di protezione. Noi dobbiamo dare solidarietà a chi è stato più sfortunato cercando di salvare vite umane”.
Pasqualino Molinario, operatore della scuola di formazione L’Albero del Cuore-Squicciarini, ha spiegato come sia fondamentale intervenire subito per poter salvare una vita di un paziente: “Questo è un evento unico. Dopo 20 anni riusciamo a essere uniti per un’opera di prevenzione. Lo ritengo un miracolo. In questa città esistono associazioni come Misericordia e Croce Rossa che lavorano egregiamente e che hanno subito capito che bisogna aderire a questo percorso”. L’istruttore ha sottolineato   come siano fondamentali le aree interne  che hanno puntato su questa iniziativa: “I numeri per le morti improvvise non sono da trascurare. Occorre formare tutti. Oggi realizziamo un percorso iniziato anni fa” .