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Nel segno della continuità. Il Partito Democratico sannita riparte da Carmine Valentino.

L’universo Pd che si riunisce all’hotel President di fatto ratifica quanto già deciso nei congressi territoriali.

Percentuali ovviamente bulgare per il segretario uscente, candidato unico alla leadership: il 97% dei piddini ha detto sì alla sua riconferma. Quattromila circa i votanti.

Bis anche per Rossano Insogna e per Fabio Solano, rispettivamente presidente e tesoriere del partito.

Nessuna novità, nessuno scossone. Come da previsioni.

La madre di tutte le battaglie, d’altronde, è dietro l’angolo: “L’esito di questo congresso – spiega Giovanni Cacciano – è la conclusione di una lunga campagna d’ascolto portata avanti nei circoli. Con l’intero gruppo dirigente che ha inteso mettere da parte le diverse sensibilità per dare un segnale forte in vista delle imminenti elezioni politiche. Un appuntamento epocale”.

Unità e condivisione le parole d’ordine, insomma. E se proprio siamo in cerca di una sorpresa, un po’ di stupore lo desta proprio la relazione del segretario. Che sottolinea una cesura netta con quanto si muove a sinistra del Partito Democratico: “In larga parte d’Europa i partiti socialdemocratici e di sinistra si stanno spegnendo in una dimensione asfittica. Scegliendo la mera rappresentanza dei disagi sociali, fino a rifiutare la responsabilità di governo. Una prospettiva minimalista che non appartiene a noi. Il Pd è e deve restare centrale nel governo del Paese. L’unica sinistra utile al Paese è quella riformista” – le parole di Valentino.

E in sala, in effetti, gli unici ospiti presenti provengono dall’area politica di centro, da Gennaro Santamaria a Luigi Barone,

Per il resto, la platea – comunque numerosa – restituisce una rappresentazione plastica della rinnovata unità. Ci sono tutti i rappresentanti istituzionali del Pd sannita: Umberto Del Basso De Caro, Claudio Ricci, Erasmo Mortaruolo. Presenti anche chi in passato ha prodotto scelte diverse, come Fausto Pepe e Lucio Lonardo, e chi alle primarie per il segretario nazionale ha scelto strade differenti da quella maestra, pensiamo ad Angelo Miceli o Filomena Laudato.

Terreno fertile per le riflessioni di Umberto Del Basso De Caro. “La nostra federazione è la migliore d’Italia. Ha dimostrato competenza e lealtà. Un anno fa, dopo la sconfitta alle amministrative, ci davano per spacciati. Ma nessuno di noi si è arreso. Ci siamo rimboccati le maniche e ci siamo rialzati”.

“Inutile parlare di Mastella – ha aggiunto il sottosegretario. Alle chiacchiere noi opporremo sempre la chiarezza dei fatti e degli atti”.

E se qualcuno è andato via poco importa: “Chi è rimasto ha dimostrato di tenerci al partito. Un gruppo di persone che continuerà a dire la verità, a raccontare le cose per quello che sono realmente. E Benevento oggi è ridotto a quartiere suburbano di Napoli. Una città amministrata come fosse una pro loco”.