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In questi giorni grazie alla determinazione degli inquilini delle case popolari di Santa Maria degli Angeli e via Nuzzolo, e alle denunce di associazioni e sindacati di base, quali Altrabenevento ed Asia Usb, nella nostra città si sono accesi i riflettori su un progetto di vera e propria spoliazione di quel poco che rimane dell’edilizia residenziale pubblica. Il piano presentato da Stat e dal consorzio di imprese AICO prevede l’abbattimento e la ricostruzione di più di trecento alloggi di edilizia residenziale pubblica facenti parte del complesso di case popolari di Santa Maria degli Angeli e di via Nuzzolo al rione Ferrovia con la conseguente vera e propria deportazione degli inquilini in alloggi di transito, costruiti ad hoc dalle stesse ditte, in attesa di ritornare nelle nuove case per le quali, però, sarebbe previsto o un diritto di acquisto o un passaggio al canone sociale, decisamente più alto dell’attuale affitto ERP pagato dagli inquilini.

Con la scusa del necessario ammodernamento degli edifici in ottica antisismica e dell’efficientemento energetico si dà spazio ad una speculazione edilizia di soggetti privati che entrerebbero in possesso di un ingente patrimonio pubblico, il quale dovrebbe invece essere tutelato e manutenuto dai soggetti addetti quali l’ex IACP, oggi ACER, ed il comune di Benevento. Il tutto senza consultare gli inquilini e senza alcuna discussione in consiglio comunale e a livello cittadino.

Circostanza ancor più grave dal momento che questo piano metterebbe in discussione il progetto già approvato e finanziato della costruzione di 160 alloggi di housing sociale a Capodimonte, alcuni dei quali destinati alle famiglie sfrattate ed in emergenza abitativa.
Tale incresciosa situazione, in una città in cui ci sono ancora decine di famiglie che vivono nelle scuole e centinaia di nuclei familiari in attesa di una casa popolare, evidenzia quanto il diritto alla casa non sia minimamente tutelato nel nostro paese.

Sono vent’anni che non viene prodotto uno strumento legislativo capace di restituire all’alloggio il suo valore d’uso sottraendolo alla mercificazione e allo scambio, all’urbanistica contrattata e al ricatto dei diritti edificatori, delle demolizioni con premi di cubatura. Eppure siamo in un paese in cui il consumo di suolo è arrivato a livelli allarmanti. Invece di far fare affari ad importanti gruppi imprenditoriali privati e continuare a costruire, bisognerebbe innanzitutto provvedere ad una manutenzione adeguata delle case popolari esistenti e usare il patrimonio abitativo già costruito per metterlo a disposizione dell’emergenza abitativa costantemente minacciata da sgomberi, sfratti e pignoramenti. E soprattutto rilanciare un’edilizia residenziale pubblica con af=itti legati al reddito. Urgenza resa ancor più chiara dall’emergenza Covid-19 che ha colpito duramente i ceti popolari, in un paese in cui già prima dell’emergenza 5 milioni di persone risultavano in povertà assoluta e circa 9 milioni in povertà relativa.

Come Potere al Popolo saremo sempre al fianco degli inquilini delle case popolari e delle persone in emergenza abitativa contro ogni speculazione e per affermare il diritto alla casa!