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La prima settimana di Antonio Di Maria alla Rocca è stata all’insegna delle conferme. La prima, la più importante, è stata quella di Franco Nardone, direttore generale e segretario della Provincia. Nomina propedeutica al rinnovo di tutte le posizioni organizzative della Rocca.

Non è stato, però, un passaggio indolore per il nuovo Presidente della Provincia. Né può considerarsi esaurita la discussione interna all’alleanza chiamata a governare ora l’ente di piazza Castello.

Non è un mistero che alcuni tra gli ‘azionisti’ di maggioranza dell’operazione Di Maria– e segnatamente Forza Italia e diversi fedelissimi di Mastella – avrebbero preferito sin da subito un segnale di discontinuità rispetto alla gestione targata Claudio Ricci. Ma il punto, ormai, non è neanche questo. Ora l’attenzione sarebbe tutta per il testo del decreto presidenziale.

Le funzioni di Direttore Generale, attribuite al Segretario Generale dott.Franco Nardone, – recita infatti l’atto – sono confermate fino al 31 gennaio 2019.

E dunque, implicitamente, la proroga riguarda anche il Segretario? E’ il dubbio di quanti, in maggioranza, spingono per un cambio ai vertici della struttura amministrativa della Rocca. Perché se così fosse, il 31 gennaio sarebbero belli che passati i sessanta giorni di tempo, scattati dal momento della proclamazione, concessi dalla legge al Presidente della Provincia per nominare un nuovo segretario.

Ecco perché c’è chi spinge per una modifica del testo del decreto.

Come se non bastasse, proprio questa mattina è intervenuta la conferma – sempre su decreto del Presidente ma questa volta senza una precisa scadenza temporale – di Nardone come responsabile anticorruzione dell’Ente. Il tempo di pubblicare l’atto online e subito è cominciata negli ambienti della maggioranza una nuova discussione, incentrata sull’opportunità di procedere con questa nomina dinanzi al rinvio a giudizio decretato a carico dello stesso Nardone nell’ambito dell’inchiesta Asea.

Non esiste, sul punto, doveroso chiarirlo, alcuna incompatibilità. Ma è vero anche che l’Anac (autorità nazionale anticorruzione), con il parere numero 120/2014, in caso di rinvio a giudizio del responsabile anticorruzione, invita gli Enti a “considerare la possibilità” di conferire l’incarico ad altro soggetto. Suggerimento, in questo caso, non accolto.

Infine, a determinare ulteriori malumori tra i mastelliani sarebbe l’eccessivo protagonismo di due ‘grandi elettori’ di Di Maria: Giorgio Carlo Nista e Claudio Mosè Principe. Sempre più presenti alla Rocca, sempre al fianco del nuovo Presidente, il loro attivismo fa storcere il naso a più di qualcuno.

Piccoli mal di pancia, ci mancherebbe: non sono trascorsi neanche dieci giorni dalla notte del 31 ottobre. Ma meglio tenere la fiammella sotto controllo. Anche perché a breve si terrà un nuovo confronto tra tutti i protagonisti del successo elettorale. E sul tavolo dovrebbero giungere altri argomenti scottanti, come il futuro delle tre partecipate della Rocca– Asea, Cst e Samte – su cui Di Maria può intervenire nominando i nuovi vertici.