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Quei cross telecomandati ad Oliver Bierhoff fanno parte dei nostri più bei ricordi del calcio di fine millennio. L’Udinese di Zac, il Napoli dell’ultimo vagito ferlainiano, il Benevento prima da giocatore, poi da allenatore e quella ciliegina della storica vittoria al “Partenio” contro l’Avellino e la firma di Colletto e l’indimenticato Carmelo Imbriani. Ha tanto da raccontare Raffaele Sergio, ma anche tanto da fare ancora. Due anni fa ha avviato tra Cava de’ Tirreni e Nocera Inferiore la “Raffaele Sergio Academy” per far crescere giovani calciatori, dedicando loro il tempo giusto forti dell’idea “qualità e non quantità”.

Udinese vs Benevento – “Sarà una partita per il Benevento, un crocevia fondamentale per il futuro della sua stagione. Sono sempre legato alle piazze dove ho giocato, spero che sia il Benevento a fare risultato. Secondo me la squadra deve cambiare modo di pensare, avere un atteggiamento più guardingo e maggiore cinismo, in pratica pensare da ultima della classe, solo così potrà risalire la china. L’Udinese è squadra da alti e bassi, quasi impronosticabile. Col nuovo corso, il tecnico Oddo ha dato più sicurezza ma serve tempo per trovare la quadratura del cerchio”.

Napoli – “Arriva ad indossare quella maglia, che avevo sempre sognato, nel periodo più buio della storia partenopea. Rinunciai a tanto, ero al top, ma agli azzurri non si dice di no. Io personalmente ebbi diversi guai fisici, l’annata nostra fu molto strana, deludente, da dimenticare, nonostante una campagna acquisti che faceva pensare ad un campionato diverso. Pagammo la fase discendente dell’era Ferlaino. Oggi è tutto diverso, la società è solida, la squadra forte e pronta per vincere. Certo, questo è il momento decisivo, c’è appannamento ed il motivo sta nell’assenza di Milik e Ghoulam che si sono fermati non garantendo un cambio importante in avanti ed una spinta decisiva di uno dei migliori esterni mancini del mondo”.

La panchina del Benevento – “Forse non l’ho mai dichiarato apertamente, ma quell’inattesa esperienza in panchina mi ha lasciato molto rammarico perchè avremmo potuto sorprendere tutti e arrivare fino in fondo. Presi il posto di Corrado Benedetti e non fu facile, la squadra aveva un potenziale incredibile. Ancora oggi non mi sono chiare le ultime quattro giornate di campionato, successe qualcosa di strano che mi lasciò l’amaro in bocca perchè i play-off erano alla nostra portata. Come dimenticare la partita di Avellino, quel gruppo di veri uomini vinse una gara pazzesca, su un campo difficile. La ciliegina sulla torta fu il gol di Carmelo, un ragazzo straordinario ed un grande giocatore”.