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Benevento – Una rapina, due autori ma un solo colpevole. Parliamo dell’episodio criminoso avvenuto a Benevento, in contrada Masseria, il 14 novembre 2017, quando un uomo con il volto travisato da un passamontagna minacciò con un fucile a canne mozze un operaio del distributore di carburanti “Mare Petroli” costringendolo a farsi consegnare l’incasso, circa mille euro, per poi fuggire con una Audi A3 guidata da un’altra persona. Un colpo per il quale venne arrestato Pierluigi Rotondi, 33enne originario di Tocco Caudio, condannato in primo grado alla pena di sei anni di reclusione oltre al risarcimento dei danni, per aver concorso, con Paolo Spitaletta, 53enne anche lui di Tocco Caudio, nel delitto di rapina aggravata.

Nell’istruttoria dibattimentale era emerso come Spitaletta fosse vestito in maniera perfettamente identica al rapinatore, oltre ad avere le stesse sembianze e movenze. Altri elementi che riconducevano l’addebito penale a Paolo Spitaletta riguardavano la tipologia di arma usata, un fucile a canne mozze che, secondo la polizia, era un’arma particolarmente amata dal noto pregiudicato di Tocco Caudio, già in passato condannato per medesimi reati, perpetrati proprio con le stesse modalità criminali.

In merito alla posizione di Pierluigi Rotondi, nonostante fosse l’unico imputato, nell’intero processo di primo grado, non si riuscirà mai ad avere una prova certa ed inconfutabile circa la sua penale responsabilità, in quanto il suo volto non verrà mai riconosciuto. Un altro elemento che portò, in via deduttiva, a ritenere colpevole il 33enne di Tocco fu una annotazione dei carabinieri della caserma di Cautano che la sera dell’agguato, circa un’ora e mezza prima, avevano visto il Rotondi proprio in compagnia di Spitaletta, colui che, secondo una prima tesi accusatoria, avrebbe sottratto materialmente il danaro dalle casse del distributore di carburanti di contrada Masseria.

Secondo gli inquirenti prima e i giudici poi, la responsabilità del Rotondi sarebbe emersa solo in via del tutto logico deduttiva, dal ritenuto riconoscimento dello Spitaletta. Pertanto, Rotondi venne condannato non perché inquadrato dai video di sorveglianza, o riconosciuto dall’unico teste oculare (il benzinaio), ma solo perché era un assiduo frequentatore di Spitaletta. Secondo i giudicanti, poteva essere solo lui a guidare l’auto della rapina perché era solito accompagnarsi con il ritenuto autore del colpo.

Nonostante la sentenza di primo grado sia stata confermata in Appello (oggi pende un ricorso per Cassazione), i dubbi circa il reale coinvolgimento di Pierluigi Rotondi nella rapina sono molteplici. In primo luogo coglie di sprovvista la circostanza che Paolo Spitaletta, individuato come presunto autore materiale della rapina, non sia stato mai colpito da alcuna misura cautelare né rinviato a giudizio per il delitto. Infatti, con provvedimento del Gip del Tribunale di Benevento, il 21 aprile 2021 la posizione di Paolo Spitaletta in merito alla rapina venne archiviata, perché non vi erano elementi utili e sufficienti per sostenere l’accusa in giudizio.

Eppure, il Rotondi verrà condannato proprio perché era logico ritenere che se lui era sempre in compagnia dello Spitaletta e quest’ultimo sembrava inizialmente (con certezza) essere l’autore del reato, allora era ragionevole ritenere che anche il Rotondi avesse partecipato al colpo (In dubio contra reo).

Questa presunzione logica, deflagrata disastrosamente con l’archiviazione del medesimo procedimento penale a carico dello Spitaletta, è stata ritenuta valida anche dalla Corte di Appello di Napoli, la quale ha confermato la statuizione di primo grado. Insomma, oggi l’unica speranza di Pierluigi Rotondi è quella di incontrare Giudici meno giustizialisti, in quanto, come è noto, la politica davighiana ha dimostrato come questa non sia infallibile, tanto da aver colpito il suo stesso ideatore.

LE IMMAGINI DEL COLPO IN CONTRADA MASSERIA

IL VIDEO DELLA RAPINA AL DISTRIBUTORE MARE PETROLI