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Si delinea sempre più la ‘geografia’ degli schieramenti interni al Pd sannita in quella che è la rincorsa al posizionamento al fianco dei candidati alla segreteria nazionale, ma anche agli aspiranti alla guida regionale. Una corsa che all’ombra della Dormiente fa il pari anche con una schiarita ‘geo-politica’ all’interno del dilaniato quadro interno del Partito Democratico, dopo i recenti scossoni provenienti da Roma.

Luigi Razzano non è solo il presidente regionale del circolo Demonline, ma è anche un animatore del dibattito in seno al suo partito e non si sottrae mai al confronto dialettico. “Non credo che ci possa essere qualcuno che possa indicarmi come un ‘Decariano’ – ha esordito Razzanosolo perché perseguo una linea politica. Conosco Del Basso De Caro da sempre, nel tempo non condividendo spesso la sua linea, ma consapevole che al momento è l’unico rappresentante locale che può sedersi e giocare una partita di rilievo al tavolo della politica”.
Il punto di snodo della questione per Razzano, però, è un altro. “Ma se parliamo di uomini, sul piano strettamente politico, non ne usciamo vivi. – Ha precisato il professionista di origini santagatesi – Dobbiamo parlare di principi e nell’attuale quadro della situazione del PD beneventano, ve ne sono diversi che vengono infranti”.
Quali?
“In primis, un commissariamento si motiva e quello della segreteria di Benevento non è stato mai motivato, per altro neanche notificato. Secondo, il commissario non può essere attinto dalla federazione commissariata, per evidenti motivi di opportunità. Terzo principio infranto, il commissario designato a mezzo stampa non può essere una persona che ha un contenzioso con il PD regionale, il che, mi sembra, sia da ostacolo a qualsiasi incarico. Conosco ed ho stima per Mortaruolo, e se ho stima per una persona non è che la modifico ogni 24 ore. Per me ha sbagliato tempi e modi dell’agire politico, ma queste sono mie valutazioni personali, che lasciano il tempo che trovano”.
Come si potranno conciliare posizioni così distanti a supporto dello stesso candidato alla segreteria nazionale, nel caso specifico Bonaccini?
“Il gruppo a sostegno della candidatura di Bonaccini, in Campania vede la coesistenza di De Luca e di De Caro, insieme a tanti altri, anche qui non ci sono questioni personali, ma principi e linee politiche, che in questo momento coincidono. La lezione delle candidature, alle scorse politiche, deve essere ben presente a tutti, la Campania è stata saccheggiata, eleggendo parlamentari, che non hanno neanche inviato gli auguri di Natale. Si deve lavorare per trovare sintesi più alte di quelle che circolano sui territori. E’ giunto il tempo di abbandonare gli equilibri verso il basso, ma di puntare in alto, sia per gli ambiti territoriali provinciali che per l’area regionale”.
Ma cosa è accaduto a Roma che poi si è riverberato con tanta veemenza politica su Benevento e il Sannio?
“Bisognerebbe chiederlo a chi ha preso certe decisioni romane. Ma tra le varie dichiarazioni, quel che ho trovato davvero stonata è stata quella del ‘commissario regionale’ Boccia sui presunti ‘riti tribali’. L’ho trovata una chiave di lettura veramente preistorica, da parte di chi rivestendo anche un ruolo politico, deve cercare sintesi e non attizzare scontri. Evidentemente è abituato alle tribù multietniche. Non ho informazioni particolari, ma ho notato che non appena è circolata la notizia che avrebbe rivestito il ruolo di coordinatore della campagna elettorale per la segreteria della Schlein, è venuta fuori la candidatura di Cuperlo, persona stimabilissima, che darà un sicuro contributo al partito e non certo alle tribù”.
Quale sarà il futuro della segreteria sannita?
“Non so cosa si deciderà a Roma per il futuro, ma so con certezza che Cacciano era la sintesi che ha visto tutto il partito indicarlo all’unanimità e non è che anche in questo caso si possa cambiare opinione a seconda delle convenienze. Poi qualcuno dovrà sempre spiegarmi cosa è successo e soprattutto quando è accaduto quel qualcosa che non so che, improvvisamente e direi immotivatamente, ha reso ‘sbagliate’ tutte le decisioni assunte democraticamente dal Partito Democratico sannita: dalla scelta del presidente del partito, alle candidature per le politiche, alla segreteria e via discorrendo. Da un giorno all’altro abbiamo scoperto che era tutto sbagliato”.