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Prosegue il botta e risposta nel Pd sannita. A replicare a Raffaele Del Vecchio, componente dell’assemblea nazionale per l’area Zingaretti, è un altro esponente del parlamentino democrati, Domenico Galdiero. Che scrive:

“La dialettica, il confronto, talvolta lo scontro, sono il sale della vita di una «Comunità partito». Quando, invece, contravvenendo alle regole che ci si è liberamente dati, si decide scientemente, prescindendo dal merito e dalla storia dei fatti, di ordire una polemica strumentale, trasferendola sugli organi di stampa e sui social, per fini che, nel migliore dei casi appaiono confusi, si fa del male a quella Comunità che si dichiara di voler rafforzare.  Da iscritto del Partito Democratico, che ho l’onore di rappresentare in Assemblea Nazionale, mi sento in dovere di intervenire a difesa di quello che sento come (anche) la «mia Comunità». Le parole che l’amico Del Vecchio da qualche tempo esterna senza parsimonia alcuna, le ritengo profondamente ingiuste per le ragioni che tenterò di rappresentare.

Sino al 2019, Egli ha attivamente condiviso ogni scelta del Partito Democratico Sannita. A partire dal congresso nazionale celebratosi nel marzo dello scorso anno, quella stessa dirigenza politico-partitica di cui aveva condiviso ogni passo è divenuta, d’incanto, responsabile di tutti i mali del mondo! Deve trattarsi, evidentemente, di una forma di «coazione ripetere». Nel 2016, dopo che era stato per 10 anni vice-sindaco dell’amministrazione Pepe, condividendone oneri e onori, usò disconoscere quell’esperienza rappresentandosi come il Nuovo. L’Alieno. Finì come tutti sappiamo.

Il PD sannita, dopo la cocente sconfitta del 2016, ha purtroppo dovuto arginare i danni. Per usare la sua stessa terminologia, ha dovuto impegnarsi e prodigarsi per «rianimare» il cadavere politico che quella vicenda aveva prodotto.

D’altro canto, Del Vecchio non ha mai inteso rappresentare, in seno agli organi di partito, quale fosse l’interpretazione di quella sconfitta, che fu anzitutto sua, se è vero, come è vero, che le liste del centrosinistra sfiorarono la vittoria al primo turno con 17.983 voti contro i 13.097 del candidato sindaco. Ben 4.886 cittadini (14% – record negativo nazionale!) che, pur sostenendo le liste di centrosinistra a lui collegate, preferirono un altro candidato sindaco. E ancora, come mai al secondo turno dove, nonostante tutto, egli partiva appaiato a Mastella (13.266 voti), ulteriori 2.500 cittadini beneventani, che pure lo avevano votato due settimane prima, lo abbandonarono? Sciaguratamente, sul punto, nessuna autocritica degna di nota è mai giunta.

Dopo quel 2016 vi sono state altre sconfitte, è vero. Negli Organi di secondo livello, Provincia, Ato ed EIC, esse sono la diretta e aritmetica conseguenza della sconfitta del 2016. Basta «saper far di conto». Nelle elezioni del Presidente della Provincia del 2018, il nostro candidato ebbe un lusinghiero 43%. Si provi a invertire il dato elettorale della città di Benevento, risulterà che Damiano avrebbe prevalso nettamente con il 54% dei consensi.

Alle politiche del 2018, il PD Sannita, nella catastrofe generale del partito nel mezzogiorno, area dove i 5Stelle raggiunsero la stratosferica quota del 50%, risultò il primo dell’Italia meridionale. Magra ed inutile consolazione rispetto a un dato comunque disastroso.

Si è celebrato, a marzo del 2019, il Congresso nazionale e Del Vecchio, legittimamente, ha sposato la causa dell’allora candidato, da tutti dato vincente, Nicola Zingaretti. Come è noto, Zingaretti stravinse in tutta Italia, tranne nel Sannio dove ottenne la metà del consenso ottenuto a livello nazionale (33% contro 66%). Nel 2017, invece, Del Vecchio era il capolista sannita del candidato Matteo Renzi nel congresso della seconda segreteria dell’ex premier.

Veniamo alla sua guida dell’opposizione, quale candidato sindaco, purtroppo sonoramente sconfitto, nella città di Benevento. Dica quali siano stati, in questi 4 anni e mezzo, le azioni, gli atti o le battaglie politiche condotte in seno al Consiglio comunale. Spieghi, se ritiene, per quali ragioni ambedue i Consiglieri comunali eletti nella lista che recava il suono nome lo abbiano abbandonato. Poi, rappresenti anche come mai l’unico consigliere provinciale eletto nella lista che lui stesso aveva contribuito a formare, peraltro non volendo in alcun modo condividerla con la Direzione del partito, sia dato come candidato in un altro partito, in competizione con il PD, Italia Viva.

Veniamo ora ai Responsabili Tematici. Come è noto, il Segretario, ha provveduto a replicare, localmente, il modello organizzativo del Partito nazionale, peraltro dallo stesso espressamente richiesto. Se ogni Federazione d’Italia, in un processo che si vuole sviluppare dal basso, può e deve partecipare della programmazione politica del Partito, non si capisce perché, alcuni «temi» debbano essere preclusi al PD Sannita. Detto altrimenti, per quale ragione il PD di Modena può concorrere alla redazione della proposta programmatica nazionale sul «tema», per fare un esempio, delle Riforme istituzionali, mentre la nostra Federazione dovrebbe astenersi?

Risulta a tutti evidente come la conclamata qualità della squadra approntata dal partito manifesti, a un tempo, la solitudine politica di Del Vecchio. Mi dispiace ma, almeno questa, non è una responsabilità attribuibile alla Comunità del PD Sannita”.