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Riceviamo e pubblichiamo la nota stampa a firma del presidente de ‘La Rete Sociale’, Serena Romano.

E’ costato più di un milione di euro la ricostruzione del Centro di Salute Mentale di Puglianello. E ci sono voluti 7 lunghi anni per portarlo a termine in cui i pazienti hanno dovuto arrangiarsi in una piccola sede lì vicino dove era impossibile fare le attività per cui il centro eccelleva: teatro, musica, stabilire relazioni. Un danno che sembrava alla fine ricompensato dalla struttura nuova – capiente e accogliente – e soprattutto dal giardino con campetto per le bocce, panchine, un piccolo anfiteatro, vialetti in pietra che si snodano fra alberi e verde accanto ad un ruscello. Ma proprio su questi neanche 100 metri di giardino, l’amministrazione di Puglianello guidata dall’onorevole Rubano, ha previsto di costruire una strada per i mezzi pesanti. Perché proprio lì? Non c’era un’alternativa? Gli abbiamo chiesto un appuntamento per approfondire la questione, ma ce lo ha negato. Sbrigativamente al telefono ha detto che non c’era più niente da fare “perché sono stati completati gli espropri” e se volevamo ulteriori notizie facessimo un regolare “accesso agli atti” ai sensi della legge….Ebbene la notizia è che l’abbiamo fatto e rimaniamo in attesa di saperne più.

Ma intanto, con gli elementi che abbiamo, possiamo ricostruire questa storia che ha dell’incredibile, specie se rapportata al sindaco precedente: Tonino Bartone, prematuramente scomparso, fondamentale per lo sviluppo della Salute Mentale di Puglianello. Perché fu Bartone a reperire lo spazio sul quale, molti anni fa, sorse il Csm – un ex caserma nella piazza centrale del paese, di fronte al Comune – e a regalarla alla Asl purché la adattasse alle esigenze dei pazienti. Ma soprattutto perché Tonino aveva la stessa concezione di “integrazione” dei malati nella comunità che era propria del Csm allora diretto da Maurizio Volpe: materialmente e ideologicamente. “Se voi diventate famosi, anche Puglianello è famoso” diceva quando andavano in giro a rappresentare la “Gatta Cenerentola” al teatro Romano, al Mercadante di Napoli, a Modena o a Carrara. Ed era vicino “materialmente” con le centinaia di panini con la mortadella che non faceva mancare mai quando i “ragazzi del Csm” andavano in trasferta. Grazie alla vicinanza dell’edificio comunale con quello della Salute Mentale, e grazie a una concezione della “diversità” che non faceva distinzioni fra sani e malati di mente, le porte del Comune erano sempre aperte per gli utenti che volevano scambiare due parole con il sindaco. E quando lesse lo sgomento negli occhi di tutti – personale e pazienti – all’ipotesi di trasferimento nel vecchio ospedale di Cerreto in attesa che si facessero i recenti lavori durati 7 anni, fu proprio lui a darsi da fare per trovare una sede provvisoria nella stessa piazza di Puglianello: per non rompere quel feeling che durava da anni e non sradicare quel mondo di affetti.  

Lascia, perciò, ancora più sconcertati la decisione dell’attuale sindaco (nipote di Tonino Bartone) e del vice sindaco (figlio di Bartone) di far passare quella strada proprio sui giardini del Centro di Salute Mentale, espropriandone la Asl che ormai ne era diventata proprietaria. Quali ragioni di “pubblica utilità” sono state accampate per far venire meno le ragioni di “pubblica utilità sanitaria”? Non si poteva far passare la strada sui tanti terreni agricoli adiacenti collegandola direttamente alla provinciale, anziché farle fare quell’assurdo giro per il giardino della salute mentale sottraendo terreno ai pazienti psichiatrici per i quali quello spazio è vitale? Questi ed altri gli interrogativi che rimangono sospesi in attesa dell’accesso agli atti”.