Benevento – Negli ultimi mesi l’Ospedale Gaetano Rummo di Benevento è stato al centro di incessanti polemiche, accompagnate da prese di posizione sia da parte della politica locale, in particolare il sindaco della città Clemente Mastella e la senatrice Sandra Lonardo, che dal mondo dell’associazionismo. Una diatriba in cui a rimetterci sono soprattutto i cittadini, ignari, nella maggior parte dei casi, della reale situazione in cui versa il principale nosocomio del capoluogo sannita.
Le principali criticità sollevate riguardano i cedimenti strutturali di un edificio che in alcune parti risulta visibilmente fatiscente, nonché la situazione del pronto soccorso, con barelle disposte in fila l’una dietro l’altra e pazienti spesso allocati nei corridoi e senza tendine divisorie tra un letto e l’altro.
Situazione che non migliora al Cup, dove i tempi d’attesa per esami diagnostici strumentali, come una visita cardiologica o una mammografia, superano di gran lunga i 12 mesi, in barba alla normativa vigente che prevede un tempo massimo di attesa di 60 giorni.
Una situazione di difficoltà messa in luce, oltre che dalle Associazioni locali come “IOxBENEVENTO” con una raccolta di firme che ad oggi conta oltre quattromila adesioni, anche dal personale dell’ospedale, che denuncia la mancanza di medici specializzati, in primis degli anestesisti. Attacchi, questi, condivisi anche dall’ex primario di fama nazionale, Cristiano Huscher, che, proprio al Rummo, ha diretto il reparto di Chirurgia generale e Oncologica e che precisa le motivazioni del suo addio, a suo dire, non legato ai requisiti di pensionabilità.
Di tali contestazioni abbiamo chiesto riscontro al Direttore Generale, Renato Pizzuti, il quale ha tentato di chiarire la posizione dell’azienda in merito ai presunti cedimenti strutturali, alle lungaggini del Cup e alla mancanza di anestesisti. Un problema, quest’ultimo – a detta di Pizzuti – condiviso dalla maggior parte delle strutture ospedaliere nazionali.
di Romina D’Agostino
