Solopaca (Bn) – Continua l’azione del S.A.I. Solopaca nell’ambito della campagna di comunicazione contro tutte le discriminazioni. Nel corso della settimana, in concomitanza con la Giornata Internazionale per l’Eliminazione della Discriminazione Razziale, si è svolto a Solopaca, presso la sala consiliare del Comune, un incontro formativo che ha visto coinvolti non solo i beneficiari del S.A.I. Solopaca ma anche quelli C.A.S. di Limatola. L’evento ha consentito di approfondire il tema della lotta alle discriminazioni dal punto di vista legale, grazie alla presenza di Giuseppe Cataldo, coordinatore nazionale Meritocrazia Italia e di Vincenzo Manna, operatore legale del S.A.I. Solopaca. Ai loro approfondimenti sono seguite le testimonianze dei beneficiari dei due progetti di accoglienza e integrazione.
Meritocrazia Italia, rappresentata dal coordinatore nazionale Giuseppe Cataldo, in linea con le sue attività legate alla cittadinanza attiva e alla crescita socioculturale dei territori, si è detta lieta di collaborare alla realizzazione dell’evento. Nel corso del suo intervento Cataldo ha non solo spiegato i principi costituzionali con particolare riguardo ai principi di inclusione, ma ha anche fornito numerosi approfondimenti sulla promozione della legalità e dei valori fondanti della nostra Repubblica. Non sono mancati momenti di confronto sull’ attualità volti a significare quanto è stato fatto nella realizzazione della tutela dei diritti e dei doveri sanciti dalla Costituzione e quanto ancora deve essere fatto. “La società può essere interpretata come un fluido che ha necessità di crescere avendo come obiettivo l’idea programmatica costituzionale” ha così concluso il suo intervento Giuseppe Cataldo.
A Vincenzo Manna è stato poi delegato un approfondimento su quelle che sono le azioni che il S.A.I. mette in campo quotidianamente per garantire l’uguaglianza e combattere le discriminazioni. Molto toccanti poi le testimonianze dei tanti beneficiari intervenuti all’appuntamento formativo che hanno anche voluto rivolgere uno sguardo a ciò che accade nel mediterraneo e in particolare lanciare un appello affinché ciò che è successo a Cutro non si ripeta mai più. Bisogna fermare la mafia degli scafisti, trovare una soluzione in seno al Governo europeo e combattere tutti insieme affinché i diritti che vigono in Italia e in Europa possano essere riconosciuti anche in quei luoghi da dove tanti giovani, uomini e donne, partono per cercare una vita senza ingiustizie e discriminazioni.