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Prosegue il botta e risoosta tra Donald Mostacciuolo e l’amministrazione comunale di San Leucio del Sannio. A riprendere la parola, ora, è proprio Mostacciuolo. Che scrive:

“Sono profondamente contento della precisazione mezzo stampa degli amministratori del Comune di San Leucio del Sannio ma purtroppo per loro, inscenare fandonie nascondendo il motivo del contendere non rende affatto giustizia alla loro intelligenza presunta.
Devo andare più nel dettaglio del mio lavoro già citato nel precedente intervento per replicare.
Insegno in una scuola primaria in cui si apprende la comprensione del testo ancor più se brevi e semplici.
Occorrerebbe qualche lezione supplementare a chi ha risposto fischi per fiaschi alla mia missiva per comprendere che in nessun modo ho ipotizzato o additato come untori o criminali i volontari che distribuiscono in questi giorni ai cittadini di San Leucio dai medicinali ai pacchi alimentari, anzi, svolgono una azione meritevole del massimo rispetto rischiando la propria incolumità ma se non sono messi nelle giuste condizioni di sicurezza, anche se mossi dalle migliori intenzioni, si espongono inutilmente a rischi eccessivi per sé e addirittura rischiano di trasformarsi a loro volta in un fattore di rischio per gli altri. Chi strumentalmente prova a contrappormi ai meri esecutori di scellerate decisioni prese da altri, lo fa per malizia e cattiveria.

Precisato che il principale fattore di contatto del COVID-19 è la via aerea ed è solo marginale il rischio di contagio da trasferimento da superfici contaminate, se in altre parti d’Italia si distribuiscono oggetti non confezionati direttamente dalle mani anche protette da guanti che possono nel frattempo aver toccato citofoni, maniglie di autovetture o altri oggetti potenzialmente contaminati durante la distribuzione, passandole direttamente alla bocca degli utenti come nel caso delle “pezze sanleuciane” chiamate mascherine non significa che si debba imitare.
Indossare guanti durante la distribuzione non è di per sé un fattore di protezione e garanzia che non siano essi stessi contaminati e neanche indossare le “mascherine sanleuciane” che da ora a scanso di equivoci chiamerò “pezze” è un fattore di protezione come scritto anche nell’informativa allegata alle “pezze” del comune stesso.

Sulla certificazione ed affidabilità della ditta produttrice delle “pezze” posso fidarmi delle affermazioni degli amministratori ma non avendo allegato nessuna certificazione al materiale prodotto per conto del Comune di San Leucio del Sannio, si deve per forza dedurre che non lo abbia realizzato secondo le procedure stabilite per legge per produrre dei dispositivi di protezione individuali che invece seguirebbe per produrre i citati materiali forniti all’esercito, polizia, carabinieri ecc.

Ultima doverosa, questa si polemica politica, devo purtroppo farla a chi mischia vicende tra loro completamente non attinenti alla questione di oggi.
Se il problema è che non piace che queste costatazioni vengano da un ex amministratore devo chiedere dove erano e in che modo si interessavano alle vicende finanziarie del loro comune gli attuali amministratori quando avvenivano i citati sfaceli delle casse comunali e questi fantomatici sfaceli secondo quale sentenza siano stati commessi dal sottoscritto che sottoposto a doverosa ed accurata verifica da parte della Corte dei   Conti e di tutte le autorità preposte, è risultato assolutamente estraneo a qualunque condotta che potesse prefigurare reati contabili, civili o penali.  
Per cui, precisando di avere la fedina penale illibata e non essendo nemmeno sottoposto a nessun accertamento penale o contabile in corso, se qualcuno dovesse  permettersi ancora di accostare il mio nome a cattiva gestione delle finanze pubbliche ne risponderà, lui sì, penalmente”.