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Il contestatissimo impianto di depurazione di Sassinoro ora è un caso nazionale. La vicenda, secondo Punto Agro News, leggi qui, sarebbe finita nel mirino della Procura antimafia di Salerno. E a occuparsene, adesso, è anche il Tg5, tra i notiziari più seguiti in assoluto nel nostro Paese.

Nell’edizione odierna delle 8, il notiziario diretto da Clemente Mimun si è soffermato su quanto sta accadendo nella valle del Tammaro (che però è in Campania e non in Molise…), dando la notizia dell’indagine in corso e ponendo l’attenzione sulla società salernitana proprietaria dell’impianto, autorizzato dalla Regione Campania, e sulle proteste dei cittadini, dei comitati e dei Comuni interessati.

A far muovere la magistratura, riportava ieri il portale di informazione salernitano Punto Agro News, il pregresso dei titolari della New Vision. “Si tratta – scriveva ieri Puntoagronews – di Rosaria Longobardi (amministratrice unica della società), scafatese doc di nota famiglia di imprenditori, ex delegata nazionale del Pd a Pompei e parte attiva dei dem, suo marito Michele Genovese, neurochirurgo ex candidato sindaco in quota Pdl a Pompei, sua sorella Carmela Longobardi e la nipote, Maddalena Sessa, poco più che 30enne. Lady Longobardi, è madre di Diego Chirico, ex assessore della Giunta di Angelo Pasqualino Aliberti, sciolta per camorra. Fedelissimo dell’ex sindaco ora detenuto ai domiciliari per voto di scambio politico mafioso, l’avvocato Chirico risulta indagato insieme alla moglie Roberta Iovine (ex dipendente a tempo del piano di zona dell’Agro) nel procedimento Sarastra, per abuso d’ufficio. Nella New Vision srl, agli atti del comune di Sassinoro, Diego Chirico risulta come legale, insieme all’avvocato Lorenzo Lentini”.

A indagare, infatti, sarebbe Vincenzo Montemurro, titolare dell’inchiesta Sarastra che ha portato allo scioglimento per camorra proprio del Comune di Scafati. Scavando nei legami tra la classe imprenditoriale salernitana e napoletana e alcuni esponenti politici della Regione Campania, il magistrato sarebbe arrivato alla vicenda di Sassinoro.

Da oltre un anno, ricordiamolo, amministratori, comitati e cittadini si battono contro l’impianto. Una mobilitazione che si è stesa a tutta la valle del Tammaro, interessata anche da un’altra iniziativa analoga già programmata presso lo stir di Casalduni ma di proprietà pubblica.